Cameriere, champagne. Le 500 mila firme sono state raggiunte e il centrosinistra brinda. È un passo avanti sostanzioso anche se non decisivo verso il referendum sulla cittadinanza, che punta a dimezzare da 10 a 5 gli anni di residenza legale continuativa al termine dei quali gli stranieri possono diventare cittadini. "Segniamo un punto significativo", commentano dal Pd. È vero che è una prima tappa, riconoscono, ma è "utile a fare da grancassa alla nostra proposta di legge in Parlamento che riconosce la cittadinanza a chi nasce da un genitore che risiede in Italia da almeno un anno, e a chi completa qui un ciclo di studi", sottolinea il capo dei senatori, Francesco Boccia. Non solo, chiosa Riccardo Magi, segretario di +Europa: "Il successo servirà a rilanciare anche lo strumento referendario". Sempre che i tre referendum in rampa di lancio, sull’autonomia, sul jobs act e sulla cittadinanza non finiscano per indebolirsi a vicenda. Il rischio c’è.
A guidare la volata finale una serie di testimonial d’eccezione: da Roberto Saviano a Zerocalcare, a Julio Velasco a Ghali. "Chiediamo agli italiani di firmare anche nei prossimi giorni", continua Magi. Anche perché, denuncia, la piattaforma per raccogliere le sottoscrizioni è andata in tilt per due giorni consecutivi.
L’ultimo passaggio è il più ostico: non è detto che la Corte costituzionale consideri ammissibile il quesito. Secondo diversi costituzionalisti, infatti, rischia di diventare da referendum abrogativo a propositivo, che nel nostro ordinamento non esiste, perché chiede di cancellare l’articolo 9 della legge del 1992 ma con l’obiettivo di tornare alla normativa precedente in vigore. Tentativo non nuovo, e già bocciato dalla Consulta.
Mettiamo pure che il quesito esca indenne dalle forche caudine della Corte: quante possibilità ci sono di portare alle urne la prossima primavera i 25 milioni e 600mila elettori necessari per passare il quorum? Il fronte referendario è ottimista, e giustifica le quasi rosee previsioni con il successo della campagna referendaria sospinta dalle regioni del Nord. Avverte Elly Schlein: "Non è vero che i giovani non hanno voglia di partecipare, cercano solo un modo per farsi sentire". Resta in sospeso l’interrogativo se tanta voglia di partecipare sarebbe stata la stessa se per la firma fosse stato necessario recarsi al banchetto e non limitarsi a un click. Il dubbio se lo pongono a Palazzo Chigi dove l’idea di una "legislazione online" senza paletti fa storcere più di un naso, Netta Giorgia Meloni: "Il termine dei 10 anni è congruo, abbiamo un’ottima legge. Ma un referendum è democrazia: devono decidere gli italiani".
Qualche perplessità è inevitabile: l’immigrazione è il bacino di coltura che ha portato in tutta Europa a una crescita esponenziale della destra. Ribattono i promotori: "Questa ostilità è riservata ai clandestini. Verso chi vive qui non c’è la stessa diffidenza". Discorso fondato, ma è facile prevedere la risposta del centrodestra: rendere più facile la cittadinanza rappresenta un incentivo all’ immigrazione clandestina. In realtà, l’opposizione spera di pescare tra i moderati di centrodestra che si riconoscono nelle posizioni di Tajani. Il quale però si sbriga ad alzare la sua barricata: "Non ci prestiamo a giochini parlamentari. FI presenterà una proposta, domani si riuniscono i gruppi per discuterla e poi la presenteremo agli alleati".
Naturalmente non è detto che l’elettorato segua le direttive del leader azzurro, di sicuro però quella del centrosinistra resta, anche nella migliore delle ipotesi, una scommessa azzardata. E tuttavia utile a mantenere uno stato di mobilitazione permanente in vista delle elezioni e, soprattutto, del referendum sul premierato in cui non sarà necessario il quorum e il particolare fa una certa differenza.