Clemente Mastella, sindaco di Benevento e politico dal fiuto sopraffino, esprime chiaramente il suo pensiero: "Il referendum sull’Autonomia? Non si raggiungerà mai il quorum". Tuttavia, questa volta, a puntare sull’astensione per disinnescare il principale dei referendum ammessi dalla Cassazione, non sembra esserci il presidente del Senato, Ignazio La Russa. Consapevole del contraccolpo subito dal centrodestra dopo la decisione dei togati di piazza Cavour, ha cercato di stemperare la tensione.
La Russa ha dichiarato: "Dare l’indicazione di non andare a votare e 'andare al mare' come fece Bettino Craxi è una tecnica che non mi scandalizza. Io personalmente preferisco andare a votare, non c’è una sola elezione in cui non abbia votato. Non c’è un modo buono o cattivo in democrazia per formare una volontà, se la legge lo consente perché criminalizzare una indicazione simile".
La situazione nel centrodestra è confusa. Una legge sull’Autonomia sostenuta dalla Lega, ma mal digerita da Fratelli d’Italia e Forza Italia, appare azzoppata. La Corte costituzionale potrebbe cassare la consultazione popolare a gennaio, ma nel frattempo, diverse posizioni emergono, con l'obiettivo di far fallire il quorum.
Il governatore leghista del Veneto, Luca Zaia, ha invitato a disertare la votazione prevista tra aprile e giugno 2025. All'interno di FI e FdI, si teme una sconfitta, soprattutto se la sfida si politicizzasse. Il quesito sul Jobs Act potrebbe infiammare il dibattito politico.
Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, ha espresso preoccupazioni simili, mentre la premier Giorgia Meloni lamenta i problemi causati dall’accelerazione leghista. La sfida del referendum potrebbe essere vista come il male minore, scaricando sulla volontà popolare l’affossamento dell’articolato bandiera del Carroccio.
La strategia del disimpegno sembra l’unica strada possibile per evitare di appesantire il referendum di una valenza politica a cui la Lega ha legato il destino politico della legislatura.