Giovedì 26 Settembre 2024
CLAUDIA MARIN
Politica

Reddito di cittadinanza caos, restano tutti sul divano

Cittadinanza, slitta la chiamata per il posto di lavoro. Doveva partire ieri ma il software fa cilecca

Reddito di  cittadinanza, concorso per Navigator alla Fiera di Roma

Reddito di cittadinanza, concorso per Navigator alla Fiera di Roma

Roma, 25 giugno 2019 - I toni ufficiali degli assessori regionali al Lavoro sono di allarme e di denuncia. La ragione, i ritardi dell’Anpal per l’avvio della fase due del reddito di cittadinanza, cioè la chiamata presso i centri per l’impiego – che doveva scattare da ieri – dei titolari del reddito di cittadinanza "occupabili" (120 mila per il momento) per la firma del cosiddetto Patto per il lavoro. Ma il j’accuse sostanziale va ben oltre: il problema è che con le attuali forze, soprattutto nel Mezzogiorno, i servizi pubblici per il lavoro avranno bisogno di mesi e mesi per contattare i disoccupati. E ancora più fosca è la previsione per i Comuni, che dovranno farsi carico dei percettori del sussidio che non possono lavorare e che dovranno fare riferimento ai servizi sociali. Senza contare che per gli enti locali è ancora tutta in alto mare anche la gestione dei cosiddetti lavori di pubblica utilità, ai quali sono obbligati sempre i destinatari del reddito.   Ieri è venuto il grido d’allarme degli assessori regionali. Dall’inizio della settimana sarebbero dovute partire dai centri per l’impiego le convocazioni ai primi tra i 120.000 percettori della misura occupabili, ma le procedure informatiche non sono ancora operative. "Avremmo dovuto cominciare oggi (ieri, ndr) a chiamare i beneficiari occupabili – avvisa l’assessore al Lavoro della Regione Lazio, Claudio Di Berardino – ma la strumentazione non è arrivata dall’Anpal. Hanno fornito solo un elenco cartaceo con 6.000 nomi, utilizzabile se le persone si presentano spontaneamente". Altrettanto drastica l’assessore al Lavoro della Regione Lombardia, Melania Rizzoli: "Siamo in un momento di difficoltà estrema, la procedura informatica arrivata dall’Anpal è ancora in una fase di test e non dovrebbe essere disponibile operativamente prima di due settimane". Manca, però, anche la formula per il Patto per il lavoro, essenziale per proporre eventuali offerte di lavoro al beneficiario del reddito. Oltre le procedure, punta l’indice contro il mancato sblocco dei decreti per l’assunzione dei 4.000 dipendenti previsti (per tutta l’Italia) per i Centri per l’impiego l’assessore al Lavoro della Campania, Sonia Palmeri: "Da noi c’è chi si sta presentando spontaneamente nei Centri per chiedere che cosa fare. Ma, come era evidente da subito, si dovevano prima rafforzare i servizi e poi far partire il reddito". Più confidente la coordinatrice degli assessori al Lavoro delle Regioni, la toscana Cristina Grieco: "Faremo tutta la nostra parte per far partire anche la fase due con lo stesso spirito di leale collaborazione che abbiamo avuto in tutti questi mesi".   Dall'Anpal, però, assicurano di aver inviato la procedura informatica per la gestione della fase due anche se in modalità di prova: il test – spiegano – fatto in 48 ore e l’applicazione sarà operativa da domani. Un impegno che, però, dovrà fare i conti con la mancata formazione degli operatori e con le croniche carenze di organico e di strumenti delle strutture pubbliche per l’impiego. Tant’è che gli addetti ai lavori non esitano a pronosticare un ritardo di mesi nella partenza vera della fase due. Un ritardo che consentirà ai destinatari del sussidio occupabili di continuare a percepire il reddito, rimanendo sul divano a prescindere dalla loro volontà, in attesa della chiamata.