Domenica 22 Dicembre 2024
RAFFAELE MARMO
Politica

Le reazioni in Italia all’attentato a Trump, solidarietà e polemiche. Tajani: "Serve equilibrio, tutti abbassino i toni"

Coro di condanna bipartisan sull’attentato. Ma Salvini: è colpa della sinistra. Il colloquio con il ministro degli Esteri: siamo con gli Usa chiunque vinca

I due vicepremier Matteo Salvini, 51 anni, leader leghista, e Antonio Tajani, 70 anni, segretario di FI

Roma, 15 luglio 2024 – “Ora è il tempo della ragione – scandisce Antonio Tajani –. La politica deve mantenere forza e freddezza per rispondere al bisogno assoluto di lucidità. Serve equilibrio da parte di tutti e serve un linguaggio adeguato, senza toni alti e inappropriati". La notte scorsa, quando l’hanno avvisato dell’attentato a Donald Trump c’è stata l’angoscia e c’è stata la paura per quello che stava accadendo negli Stati Uniti. Poi, in mattinata, il ministro degli Esteri e vicepremier, insieme con Giorgia Meloni, ha avuto innanzitutto parole di solidarietà nei confronti del candidato repubblicano alla Casa Bianca: "Auguro a colui che è stato il 45esimo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, pronta guarigione e ribadisco, anche e soprattutto oggi, la nostra profonda vicinanza agli Usa".

I due vicepremier Matteo Salvini, 51 anni, leader leghista, e Antonio Tajani, 70 anni, segretario di FI
I due vicepremier Matteo Salvini, 51 anni, leader leghista, e Antonio Tajani, 70 anni, segretario di FI

Ma, con la freddezza acquisita con il passare delle ore, è soprattutto l’appello alla ragione a fare premio nelle sue parole: l’appello a recuperare linguaggi, comportamenti e azioni che separino l’emotività e gli interessi della propaganda dalla necessità di tenere bene in vista l’interesse dei popoli.

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Una riflessione che suona anche come una sollecitazione rivolta a tutti, anche a chi nel governo e nella maggioranza si è lanciato, invece, in accuse verso la sinistra? Tajani vuole evitare, mai come in queste giornata, polemiche e tensioni. E così spiega: "Parlo di America come di Italia: sono preoccupato come molti dovrebbero esserlo oggi. Un candidato alla presidenza degli Stati Uniti è scampato miracolosamente a un assassinio, l’attentatore è stato ucciso, ci sono un morto e alcuni feriti tra chi seguiva il comizio di Trump". Lo scampato pericolo, ma anche i rischi per le prossime settimane. "Tra coloro che stavano partecipando alla manifestazione di Butler – incalza – c’è una scia di sangue che rischia di alimentare una stagione di odio e di violenza. Ecco, abbiamo tutti il dovere di ritrovare il senso profondo del vivere civile, senza indugi ed equivoci di sorta. La violenza dev’essere condannata in modo chiaro e netto, non può avere alcuno spazio in un dibattito democratico".

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A dare alimento alla speranza, d’altra parte, è proprio il comportamento di Trump e Biden. "Le parole di Donald Trump e di Joe Biden – puntualizza il titolare della Farnesina – sono una inversione di rotta importante: insieme hanno detto che in America non c’è posto per gesti di questo tipo, che la cultura democratica di quel Paese non può tollerare azioni simili, invocando l’unità dell’intera nazione". Quale significato e quale conseguenza possono avere queste parole? "Si tratta di affermazioni la cui verità giunge fino a noi e che indicano una diversa strada da perseguire nel confronto politico – insiste - Dobbiamo comprendere che il linguaggio che stimola la peggiore propaganda troppo spesso provoca effetti devastanti. Occorre raffreddare i toni, ricondurre la competizione in ambiti di serenità, evitare di richiamare gli istinti peggiori. Vale per tutti, vale per il mondo intero. L’autocontrollo in politica aiuta a esporre le rispettive tesi e soltanto attraverso il confronto pacato tra le grandi ragioni si può arrivare al convincimento dell’elettorato. È un principio fondamentale, non si può derogare".

Basta, dunque, con le frasi a effetto e il tifo da stadio. "Serve innanzitutto il dialogo a tutti i livelli – puntualizza Tajani –. È bene quello che stanno facendo in queste ore Biden e Trump. Quest’ultimo ha fatto dichiarazioni molto diverse da quelle di qualche suo sostenitore nel mondo. È più moderato Trump di altri. Quanto a noi, non possiamo e non dobbiamo fare il tifo per l’uno o per l’altro. Quello che conta è il rapporto con gli Stati Uniti. Abbiamo una luna storia e una intensa tradizione di rapporti di amicizia e di solidarietà con un grande Paese come gli Stati Uniti, dove vivono milioni di italo-americani. Sono relazioni transatlantiche che sono parte della nostra storia e della storia americana". Dunque? "Dunque – conclude il ministro – non tocca a noi parteggiare. Non dobbiamo e non possiamo dire noi chi deve vincere e chi deve perdere. Il nostro rapporto è con gli Stati Uniti. Chiunque vinca".