di Elena G. Polidori
Di sicuro non è una crepa nella maggioranza, ma la polemica sul canone Rai rischia comunque di diventare un fronte caldo all’interno del governo. Perché Matteo Salvini vuole "azzerarlo", mentre il neo dg della tv pubblica, Giampaolo Rossi, uomo forte di Meloni a viale Mazzini, è di tutt’altro avviso: "È il più basso d’Europa, molte meno risorse di quante ne possa avere la Bbc o France Television", motivo per cui "la capacità di investimento è direttamente proporzionale alle risorse economiche". Salvini, però, insiste: "La Lega ribadisce l’impegno di ridurre, fino all’obiettivo di azzerare, il canone Rai che oggi è a spese degli italiani".
Insomma, dopo la ferita che si è aperta con le nuove nomine dentro e fuori dell’azienda, adesso la questione del canone rischia di diventare un vero e proprio "tormentone estivo" per il Carroccio, Da tempo, infatti, nel centrodestra è vivo il dibattito sulla possibilità di togliere il canone Rai dalla bolletta dell’elettricità: l’Europa ha sottolineato più volte la necessità di rimuovere gli "oneri impropri" dalle bollette; d’altro canto la misura presa dal governo Renzi aveva l’obiettivo di ridurre se non azzerare l’evasione, e ha portato maggiori introiti all’azienda. Il dibattito è acceso e ha visto intervenire anche Daniela Ruffino, esponente del partito di Carlo Calenda, Azione: "Appena il tempo di insediarsi nell’incarico e il nuovo direttore generale della Rai Giampaolo Rossi pensa bene di lamentarsi “per il canone più basso d’Europa”. Con tanti saluti al leader della Lega Matteo Salvini, il governo Meloni si rivela ogni giorno che passa come una somma di velleità destinate a sgonfiarsi quando la realtà irrompe".
La voce di Rossi, tuttavia, dimostra come in cima all’agenda di FdI non ci sia l’obiettivo di rivedere a ribasso il canone. Obiettivo, questo, che non è prioritario neanche per Forza Italia. Basti considerare che proprio pochi giorni fa il senatore Maurizio Gasparri ha scritto un testo dal titolo "Perché il canone Rai non va abolito: sarà anche impopolare ma il servizio pubblico va finanziato". La Lega, insomma, sa già che quando la questione sarà all’ordine del giorno – se mai arriverà sul tavolo giusto – non riceverà alcuna sponda dagli alleati.