Venerdì 27 Dicembre 2024
BRUNO MIRANTE
Politica

Ue, il voto su Fitto slitta tra le polemiche. “Non è della maggioranza Ursula”

Il commissario designato dall’Italia: “Io qui per rappresentare tutti”. Ma la sua nomina diventa un caso. Il Ppe lo difende, Socialisti e Liberali alzano un muro. Von der Leyen prende tempo per trattare

Strasburgo, 12 novembre 2024 – Tutto da rifare. Rinviato a data da destinarsi il voto sulla nomina di Raffaele Fitto a commissario per la Coesione e vicepresidente esecutivo della Commissione Europea. La stessa decisione è stata presa dalla Commissione per gli Affari Esteri sulla liberale Kaja Kallas, candidata al ruolo di Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza. Una scelta in linea con l’intesa presa all’interno della cosiddetta ‘maggioranza Ursula II’ di congelare il voto su tutte e sei i vicepresidenti esecutivi in pectore. Una scelta che potrebbe sottendere la volontà di procedere verso un voto unico, a blocco, per tutti e sei le poltrone con l’obiettivo di evitare che qualcuno di loro cada sotto la scure dei veti incrociati.

Wopke Hoestra, commissario designato al Clima, con Raffaele Fitto (Riforme)
Wopke Hoestra, commissario designato al Clima, con Raffaele Fitto (Riforme)

Tuttavia non è ancora chiaro quando gli europarlamentari saranno richiamati a esprimersi. Subito dopo l’audizione di Fitto e Kallas si era parlato di uno slittamento alla giornata di oggi, ma alcune fonti parlamentari parlano di un rinvio più lungo, nell’attesa di una mediazione della stessa von der Leyen. Da un punto di vista politico il nodo da sciogliere riguarda l’ostilità alla designazione dell’esponente di Fratelli d’Italia, quindi dei Conservatori europei di Ecr da parte di due delle forze che compongono la maggioranza con i Popolari, cioè i Liberali e i Socialisti. Gruppi che continuano a non accettare la vicepresidenza esecutiva assegnata al rappresentante esterno alla maggioranza come Fitto.

A poco è valsa la precisazione pronunciata in audizione da parte del commissario designato dall’Italia: “Non sono qui per rappresentare un partito politico o uno Stato membro, ma per affermare il mio impegno per l’Europa”. Fitto gode del sostegno del Ppe, che non è intenzionato a cedere sulla sua vicepresidenza. Da un punto di vista strategico, inoltre, le forze di destra (Ppe, Ecr e Patrioti) avrebbero i numeri per far passare la nomina di Fitto alla seconda votazione, quando occorrerà la maggioranza semplice al posto dei due terzi iniziali. Un’ipotesi che però i popolari preferiscono evitare perché di fatto muterebbe gli equilibri interni all’alleanza che compone il parlamento di Bruxelles e la creazione di una maggioranza alternativa che farebbe di fatto deflaglare i rapporti con socialisti e liberali.

La posizione della delegazione del Pd “è la stessa che abbiamo dall’inizio: un giudizio nel merito senza atteggiamenti precostituiti e pregiudizi. E nel merito la performance di Fitto non è priva di aspetti positivi” – ha dichiarato Dario Nardella. Per l’ex sindaco di Firenze Fitto “ha messo in campo tutte le sue carte, la sua esperienza da ministro e da eurodeputato, e tutte le sue competenze in materia riguardo al suo portafoglio, non sfuggendo alle domande più difficili”. La delegazione del Pd, ha riferito, porterà questa posizione nel gruppo dei Socialisti e Democratici per confrontarsi con la famiglia di S&D.

Secondo il capodelegazione di Fdi Carlo Fidanza, invece, “sulla conferma di Fitto credo che si stia dando una lettura sbagliata: la principale questione sul piatto ora riguarda principalmente la conferma della vicepresidente spagnola Ribera ed è connessa con la polemica molto forte che c’è in Spagna a seguito della malagestione dell’alluvione di Valencia, malagestione di cui anche lei è direttamente accusata”. Mentre un appello rivolto al partito democratico a sostenere Fitto è arrivato anche dal leader di Italia Viva Matteo Renzi. “Io sono perché Fitto venga confermato, è una persona per bene, è una persona seria, è un cristiano democratico di lungo corso. Il fatto che appartenga al mio partito – ha rilevato l’ex prmier – perché lui appartiene al partito della premier non vuol dire niente. Raffaele Fitto ha tutte le carte in regola per essere l’italiano che ci rappresenta molto autorevolmente in Europa. Il fatto che, quando ci fu Gentiloni Giorgia Meloni organizzò le iniziative in piazza contro di lui non vuol dire niente per me o, meglio, vuol dire il solito, che la Meloni ha due pesi e due misure. Io sto dalla parte di Fitto e spero che anche larga parte del Pd voti per Fitto”.

Duro invece il commento di Sinistra e Verdi per i quali “l’inclusione di esponenti sovranisti nei ruoli apicali dell’Unione rappresenterebbe un pericoloso cedimento alle forze che ostacolano il rafforzamento delle istituzioni europee”.