Giovedì 26 Settembre 2024
COSIMO ROSSI
Politica

Il Quirinale vigila sui decreti: piano casa, sport e giustizia. Dubbi sulle ragioni d’urgenza: “Contatti con Palazzo Chigi”

Il Colle non vuole abdicare alle proprie prerogative. L’ipotesi: trasformare alcuni testi in disegni di legge. Solo nella prossima settimana il Consiglio dei ministri ha in programma di varare cinque provvedimenti

Roma, 19 maggio 2024 - “Governo avvisato“, mezzo salvato. È inequivocabile l’avvertimento fatto pervenire dal Quirinale a Palazzo Chigi riguardo all’uso della decretazione di urgenza. Lungi dall’entrare nel merito dei decreti, a detta degli uffici del Colle "c’è un problema costituzionale" relativo al fatto che "in alcuni casi mancano proprio i presupposti" di necessità e urgenza stabiliti dall’articolo 77 della Carta. Pratica sempre più invalsa, e anche un po’ sfrontata, a opera di tutti gli esecutivi degli ultimi lustri. Di qui “l’avviso“ del Quirinale al governo: diplomaticamente stemperato a livello di "interlocuzioni" tra gli uffici del Colle e di Palazzo Chigi all’insegna della "costante attenzione alle effettive ragioni di urgenza che sono alla base dei decreti".

Il presidente Sergio Mattarella
Il presidente Sergio Mattarella

Il Quirinale non intende però abdicare alle proprie prerogative. Tanto più in un contesto in cui il rapporto tra potere esecutivo, legislativo, giudiziario e relative garanzie – ovvero: governo, Parlamento, magistratura e presidenza della Repubblica – è al centro del dibattito sulle riforme e dei prossimi equilibri e/o squilibri che potrebbero derivarne, specie riguardo al primato costituzionale del Parlamento. Il capo dello Stato Sergio Mattarella non intende giammai intervenire "sul merito" dei decreti e le leggi, salvo eventuali notazioni confidenziali a margine. Ma sulla correttezza procedurale non può né vuole far sconti.

Stante la raffica di decreti che il governo Meloni prevede di approvare nelle prossime settimane, alla vigilia delle elezioni europee, il Colle ha inteso aprire un canale di "interlocuzioni" volto a verificarne la sostenibilità costituzionale dei provvedimenti. Nessuno scontro. Ma l’abuso della decretazione di urgenza è una preoccupazione costante di Mattarella, che già in occasione della promulgazione del Milleproroghe 2022 e della legge sulla concorrenza del gennaio scorso ha avuto occasione di far presenti le proprie riserve.

La prossima settimana il Consiglio dei ministri avrebbe in programma di varare almeno 5 decreti, variamente caldeggiati dalle forze di maggioranza, ma non per questo rispettosi dei criteri costituzionali di necessità e urgenza. La premier Meloni ha promesso da tempo un intervento per ridurre i tempi delle liste di attesa nella Sanità certamente urgente, salvo i problemi di copertura e confronto con le Regioni. Anche il progetto “salva casa“ del ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini per sanare difformità formali potrebbe trovare qualche ragione di necessità e urgenza. Più difficile, invece, che si riscontrino nell’intervento voluto dal ministro per lo Sport, Andrea Abodi, per istituire l’Agenzia per lo sport professionistico, che suscita diverse perplessità degli enti di governo dello Sport, come Figc e Coni. Tanto più se venisse accorpato al decreto perorato dal ministero dell’Istruzione Giuseppe Valditara relativo, tra l’altro, ai corsi di potenziamento per studenti stranieri. E anche il provvedimento “salva infrazioni europee“ del ministro Raffaele Fitto sembra complicato da varare, vista la necessità di risolvere prima il controverso problema delle concessioni demaniali marittime su cui l’Italia è in costante contenzioso con l’Europa.

Per non dire del fronte della giustizia dove, oltre a un decreto sui giudici di pace, è in cantiere il disegno di legge costituzionale per la separazione delle carriere dei magistrati fortemente voluto da Forza Italia. A parte la riforma costituzionale, l’esortazione non esplicitata dal Colle è proprio la trasformazione dei decreti non urgenti in disegni di legge. "Vedremo come reagiranno", osservano infatti dal Quirinale.