Mercoledì 17 Luglio 2024
GAETANO FEMIANI
Politica

Il leone Mastella avverte il premier: "Ci saranno molti franchi tiratori"

"Draghi ha sbagliato a sfidare i partiti e il centrodestra non lo vuole. Amato e Casini candidati veri"

Clemente Mastella

Clemente Mastella

"Difficile immaginare una maggioranza che si spacca sul Colle e poi si ricompone per governare". Le parole di Mario Draghi ronzano ancora nella testa di Clemente Mastella, sindaco di Benevento, ex esponente Dc, ministro per tante stagioni. E, soprattutto, uno di quelli che ha osservato e vissuto da vicino il ginepraio di accordi e intrighi che portano al successo nella corsa al Quirinale o al suo fallimento. "Partiamo da una premessa – dice Mastella –: i partiti oggi sono debolissimi. Ma hanno un’unica forza, quella di decidere il nome del capo dello Stato. Certo nessuno di loro può mettere la mano sul fuoco sulla fedeltà della propria truppa parlamentare….".

I franchi tiratori sono da sempre una 'tradizione' nella contesa per il Colle.

"Stavolta hanno una doppia storia. Anzitutto sono numericamente il partito più forte che siederà in Parlamento per decidere il nuovo capo dello Stato. E oltre la metà di loro fa parte di un esercito di morti viventi che non tornerà più alle Camere. Un mix esplosivo che renderà questa elezione imprevedibile, i franchi tiratori stavolta saranno tantissimi".

Berlusconi, il bisnonno della Repubblica, fa sapere che non fa alcun passo indietro.

"Se resta davvero in campo, Draghi è molto più debole. Oggi Silvio è il candidato che più si è esposto, gli altri sono nomi carsici, di riserva, fantasmi. E con i parlamentari in libera uscita Berlusconi ci sa fare".

Draghi potrebbe essere eletto al primo turno?

"Va al Colle solo se tutti i partiti sono d’accordo, ma non vedo questa unità di intenti. Il centrodestra e Forza Italia non lo voteranno. E allora torniamo al punto iniziale: dobbiamo vedere cosa fa Berlusconi, il pallino è in mano sua".

Il premier è sembrato lanciare la palla nel campo dei partiti.

"E questi gli hanno risposto picche. Se io fossi stato Draghi, avrei evitato di dire queste cose, toccando la suscettibilità dei partiti. Avrebbe dovuto tacere, lasciar correre, ricorrendo a una diplomazia sotterranea. Lui, invece, ha detto chiaramente: sono qui a disposizione. E i partiti in coro gli hanno risposto: bene, allora rimani a disposizione come presidente del Consiglio".

Draghi però lascia intendere che non potrà fare il premier con un capo dello Stato eletto da una parte, come Berlusconi. È sembrato anche a lei che dicesse questo?

"Berlusconi verrebbe eletto senza il consenso della sinistra e del M5S, allora mi chiedo: come farebbe Draghi a tenere in piedi il governo di larghe intese? Subito alle elezioni".

Era meglio tenere Mattarella al Quirinale fino alle elezioni e poi votare il capo dello Stato con il parlamento 'light'?

"Mattarella non resta, lo conosco da una vita, è una persona seria, se dice così è così. Non ci sono le condizioni per restare. Tutto è nato da un’ipocrisia del Pd che non potendo imporre un nome suo, in quanto non ha i numeri, ha puntato sulla permanenza di Mattarella. Il Pd non più in grado di sostenere alcun nome".

Anche Gentiloni è, quindi, un 'ballon d'essai'?

"E’ una persona perbene, ma non è un nome sopra le parti. Non può andare, anche lui finirebbe per spaccare".

Se Berlusconi facesse il passo indietro?

"Se Silvio ripiega, non voterà mai uno del suo schieramento parlamentare. Allora le dico la mia: alla fine i candidati veri sono due, Amato e Casini. Sono gli unici che hanno capacità di attrarre al di fuori del loro schieramento tradizionale. Ovviamente il campo dovrà essere sgombro da Berlusconi e Draghi. Come sempre qualcuno dovrà essere immolato perché altri arrivino".

Come è successo in passato.

"Moro, che era Moro, non è andato al Colle. Fanfani, che era Fanfani, non è diventato capo dello Stato. La verità è che spesso i cavalli di razza non arrivano alle scuderie del Quirinale".

Quale è stata la vigilia del Quirinale più sorprendente?

"L’azzoppamento di Prodi, immaginavo che vincesse".

E il capo dello Stato più outsider?

"Scalfaro. Fu portato al Quirinale dal tritolo siciliano che tagliò le gambe ad Andreotti".

Quale dovrebbe essere la prima mossa del nuovo inquilino del Quirinale?

"Un atto di pacificazione. Nominare Prodi e Berlusconi senatori a vita".