Roma, 16 dicembre 2023 – La benedizione arriva alla fine dei lavori di ‘L’Europa che vogliamo’, la kermesse del Pd sui temi europeisti che si chiude oggi a Roma. Il professore, padre nobile, anzi “nonno”, come scherza lui, parla sul palco ella necessità di rilanciare l’Europa partendo da una difesa comune e sulla Ue fa l’esempio di un pane buono ma rimasto cotto solo a metà.
La segretaria Elly Schlein coglie la metafora e si chiede quale sia il forno. E il forno, appunto, ragiona, "Siamo noi”. L’obiettivo sono le Europee, alle quali giù prima Enrico Letta dal palco aveva chiesto di guardare a livello europeo, non giudicando soltanto i risultati in chiave nazionale. “Ci avviamo verso le elezioni europee – ribadisce subito dopo Schlein - e noi dobbiamo riformare l'Europa, renderà più vicina alle risposte che chiedono i cittadini e completare il progetto che è rimasto incompiuto”. Quel “pane mezzo cotto e mezzo crudo” evocato da Prodi. “Mi chiedo –argomenta la segretaria – dove sia questo forno. Il forno non è solo a Bruxelles e Strasburgo, lo dobbiamo creare anche qui”.
Il problema è che il panorama del centrosinistra è ancora più frastagliato che mai. Un grande mare che oggi vive lo spirito europeista con meno coesione di un tempo e di cui oggi si vedono sempre meno i contorni. Pare condividerlo Romano Prodi che, uscendo dalla convention, rispondendo alla domanda su se possa essere Schlein la federatrice del centrosinistra risponde prima con una battuta: “Ci vorrebbe prima qualcuno che voglia farsi federare”.
Ma la risposta finale in ogni caso è sì: "Ogni momento ha il suo federatore – spiega – e io credo che lei possa benissimo esserlo”. Il problema, appunto, “è farsi federare”.