Bologna, 26 gennaio 2025 – Il caso della scarcerazione-lampo (e rimpatrio) del generale libico Almasri infiamma la politica. In attesa, mercoledì, della versione ufficiale del governo al Parlamento, è l’ex premier Romano Prodi a intervenire. L’occasione è stata il convegno a Bologna dal titolo ‘Guerre, migrazioni e fame… Bersani oggi’, dedicato al senatore Giovanni Bersani scomparso 10 anni fa e candidato al Nobel per la Pace nel 2010. Durante un dialogo col cardinale presidente della Cei, Matteo Zuppi, e Lucio Caracciolo (Limes), moderato da Agnese Pini, direttrice di Qn, il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno, Prodi critica la gestione italiana sul rilascio del comandante libico, che la Corte penale internazionale accusa di crimini di guerra.
"La sua scarcerazione la interpreto come un distacco dal Tribunale dell’Aja. Così facendo l’Italia si adegua alla nuova dottrina che non ci debbano essere Tribunali internazionali. E Trump sarà inflessibile su questo tema...". Parole che precedono quelle della premier Giorgia Meloni che, da Gedda, fa sapere che a sua volta chiederà "chiarimenti alla Corte internazionale su Almasri".
All’evento, organizzato dalla Fondazione Bersani, Prodi passa poi a parlare di Europa e Trump. L’innesco è la foto dell’espulsione in catene dei migranti. Una foto postata dalla Casa Bianca e che ha fatto il giro del mondo. Per l’ex presidente della Commissione europea "la foto dei migranti è disumana, ma Trump fa quello che ha promesso". A giudizio del Professore, "Russia e Cina ci guadagnano di fronte allo scompiglio dell’Occidente, con un direttore d’orchestra che ha fatto uno show, coi migranti in catene, per segnare il cambiamento. L’aspetto nuovo – argomenta Prodi – è che Trump ha riorganizzato l’idea di forza nel mondo. Ha detto che gli Stati Uniti sono tornati di nuovo grandi, i messaggi a Cina e Russia sono contrastanti".
Il risultato dell’operazione ’divide et impera’, è appunto quella "di dividere l’Europa, immobilizzarla sul commercio e dire che non conta nulla. Un problema non di Trump, ma nostro", dice amareggiato il Professore. Che mette l’accento sulla "rassegnazione": la reazione europea non esiste, "così divisi non contiamo nulla". Per l’ex premier "l’Europa non ha fatto politica internazionale" e il presidente Usa "ne approfitta come uomo di destra: attacca il primo ministro inglese e il cancelliere tedesco e abbraccia Meloni e Orban". Morale: unico rimedio "è fare una politica alternativa". Guardando al quadro internazionale, per Prodi l’obiettivo del tycoon è "rendere marginali Europa e Ucraina con una pace senza Zelensky". Insomma, "Trump gioca contro tutti".
Il presidente della Cei, Zuppi, sintetizza così: "Quando si perde la pietà si perde l’umanità", un riferimento alla foto dei migranti in catene, "una foto – puntualizza – che ci deve irritare come cristiani". Da qui, ricordando l’esempio di Giovanni Bersani, figura di riferimento della cooperazione internazionale che creò Cefa (organizzazione non governativa che da 50 anni lavora per vincere fame e povertà), ammonisce: "Se si perde la pietà, si perde anche di realismo. Bersani sosteneva che bisogna essere creativi in proporzione ai pericoli che si corrono. E ora per combattere le guerre bisogna essere molto creativi". All’evento presenti anche Francesco Tosi (presidente Fondazione Bersani), il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, Mauro Fabretti (Federazione banche di Credito cooperativo Emilia-Romagna) e il professor Stefano Zamagni. A chiudere l’evento, la tavola rotonda con ricordi e aneddoti sull’esponente Dc con il senatore Pier Ferdinando Casini ("Bersani? Un eroe del nostro tempo"), l’ex ministro e presidente di EmilBanca, Gian Luca Galletti, l’ex leader del Ppi Pierluigi Castagnetti, Maurizio Gardini (Confcooperative), e Gianpiero Calzolari (Granarolo).