Roma, 15 settembre 2024 – Giustizia e migranti, praticamente un rilancio identitario. Matteo Salvini ringrazia il governo “per il sostegno”. Promette: “Arrendermi? Mai. Io non mollo”. Il vicepremier leghista scatena la controffensiva dopo la richiesta della procura di Palermo di condannarlo a sei anni di carcere per sequestro di persona, per il ritardato sbarco, nell’agosto 2019, dei migranti salvati dalla Ong spagnola Open Arms: “Un diniego consapevole e volontario che ha leso la libertà personale di 147 persone per nessuna apprezzabile ragione”, secondo la procuratrice Marzia Sabella.
Così l’attuale ministro dei Trasporti – ma al Viminale nel governo Conte I – rilancia sui social l’appoggio ricevuto dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal vicepremier Antonio Tajani. Poi ringrazia Elon Musk – proprietario di X – per la gradita solidarietà planetaria, proprio mentre esplode la polemica sul “monologo” andato in onda sabato su Rainews24. “Quattro minuti di un post dello stesso ministro senza mediazione giornalistica”, protesta l’Usigrai, il sindacato giornalisti maggioritario ma non più unitario. “Gravissimo”, dice la segretaria del Pd Elly Schlein. “Sovversivo come l’assalto a Capitol Hill”, dichiara M5S. La polarizzazione politica già in corso rimanda a stagioni di guerriglia quotidiana. Ma Salvini è tutt’altro che isolato. Le parole di Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, saldano i cerchi dell’esecutivo e del Carroccio: “Solidarietà piena. Giusto difendere l’indipendenza della giustizia ma non ci può essere l’ombra di vendette politiche”. L’Anm, il sindacato delle toghe, sente aria di delegittimazione e lamenta pressioni indebite “in aperta violazione del principio di separazione dei poteri”. Schlein è d’accordo: “Fuori posto gli attacchi”.
La strategia del leader leghista, che stasera sarà in tv a Quarta Repubblica dopo il Consiglio federale del Carroccio convocato d’urgenza “per difendere la democrazia”, ha una doppia proiezione: sul piano mediatico, ammorbidisce i toni dicendosi “certo che a Palermo i giudici saranno più equilibrati della collega Apostolico” (la giudice di Catania finita nella bufera un anno fa per non aver convalidato il trattenimento di alcuni migranti nel Centro di permanenza di Pozzallo); sul piano giudiziario, prepara una strenua e argomentata difesa. Giulia Bongiorno, penalista di fama e parlamentare leghista, contesta “le premesse” della requisitoria palermitana e già studia le prossime mosse.
Intanto, nella ristampa ampliata di Controvento (Piemme), guida salvinista al pugno di ferro nella gestione dei flussi migratori, Salvini accusa i 5 Stelle di averlo ’venduto’ “alla magistratura”. Si definisce “un ministro alla sbarra, non per aver rubato, ma per aver rispettato il programma elettorale del 2018”. Con scelte di rottura, a dispetto dei paesi e degli armatori mercantili nord europei decisi a “finanziare le Ong” per trasportare “gli immigrati immediatamente in Italia” risparmiando “tempo e quattrini” su rotte e accoglienza. Denuncia disparità. Cita 13 casi simili a quello di Open Arms “che non risulta abbiano fatto scattare qualche procura”. Ritardati sbarchi da 4 a 16 giorni. Tra mille comunicati, ne ripesca uno di Msf: ““In 113 su Geo Barents dopo 12 giorni“”, eppure “non risulta che il ministro dell’epoca Luciana Lamorgese sia stata denunciata”. Fatto che non depotenzia in automatico l’inchiesta siciliana. “Dodici giorni – insiste Salvini –. Più di quelli contestati a me”. E surfando tra codice penale e ondate migratorie, riemerge battagliero al centro della scena.