Giovedì 18 Luglio 2024
LORENZO CASTELLANI
Politica

Il primo passo falso della premier

Lorenzo Castellani Giorgia Meloni ha forse commesso il primo passo falso della sua carriera da presidente del Consiglio. Con il voto contrario alla rielezione di Ursula von der Leyen la premier...

Ursula von der Leyen felice dopo la rielezione

Ursula von der Leyen felice dopo la rielezione

Roma, 19 luglio 2024 – Giorgia Meloni ha forse commesso il primo passo falso della sua carriera da presidente del Consiglio. Con il voto contrario alla rielezione di Ursula von der Leyen la premier annulla un percorso di legittimazione presso le istituzioni europee e di collaborazione con la Commissione che ha caratterizzato l’ultimo anno e mezzo di governo. Fratelli d’Italia finisce all’opposizione, schiacciato sulle stesse posizioni del gruppo sovranista dei Patrioti di Salvini, Lepen e Orban, mentre Forza Italia vota a favore con il Ppe.

Il governo italiano non esce bene da queste negoziazioni per gli incarichi europei: la sera delle elezioni l’esecutivo Meloni si presentava come il più forte e stabile d’Europa, ma esce dalle trattative con nulla in mano. Ci sarà un commissario, ma non una vicepresidenza. Fratelli d’Italia non solo non è stata decisiva per l’elezione della presidente, ma è finita nell’angolo della destra radicale. Ciò significa che l’Italia avrà più difficoltà a relazionarsi con la Commissione, perché von der Leyen dovrebbe tendere una mano a Meloni che l’ha bocciata in Parlamento se l’Italia dovesse trovarsi in difficoltà sul piano finanziario, dell’esecuzione del Pnrr o della gestione dell’immigrazione? Meloni ha preferito ragionare da capo politico che da presidente del Consiglio di un Paese fondatore, con un grande debito pubblico, un enorme Pnrr da gestire, e un’alta esposizione alle ondate migratorie.

Il voto non espone l’Italia per forza all’isolamento, ma è chiaro che questo voto contrario ridurrà gli sconti e aiuti di cui il governo ha potuto godere fino a oggi. Inoltre si è creata una spaccatura con FI e si è rivivificata la Lega, capace di influenzare le decisioni della premier con l’incalzante retorica euroscettica. Il voto sul presidente non significava entrare automaticamente in maggioranza, ma stabilire un buon rapporto bilaterale tra governo italiano e Commissione. È davvero valsa la pena votare contro il bis di von der Leyen?