Dalle 8 alle 20 di domenica 26 si svolgeranno le primarie del Pd per individuare il segretario del partito. Si affrontano Elly Schlein e Stefano Bonaccini. Si potrà votare in uno degli oltre 5.000 seggi allestiti in particolare nelle sedi dei circoli.
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Un confronto nel quale, comunque, ufficialmente i due candidati non hanno ufficialmente sbandierato il sostegno dei cosiddetti big di partito. Forse nel tentativo di presentarsi come "vero elemento di svolta" rispetto a politici che hanno, e hanno avuto, ruoli fondamentali nel delineare programmi e politiche del Partito democratico.
A favore della Sclhein
Stefano Bonaccini rimprovera a Elly Schlein di aver fatto il pieno di "quei dirigenti che hanno governato il partito fino a questo momento portandolo a troppe sconfitte". Un riferimento alla sinistra dem composta da Andrea Orlando e Nicola Zingaretti, ma anche a Dario Franceschini. Il leader di Areadem ha da tempo annunciato la sua preferenza per Schlein. Più recente è l'endorsement di Nicola Zingaretti: "Con lei si può costruire il cambiamento", sono state le parole con cui l'ex segretario ha reso noto il suo sostegno alla paladina di Occupy Pd, un mese fa. Si è fatto attendere anche Adrea Orlando. Dopo alcune iniziative, tra cui la presentazione del libro di Goffredo Bettini, assieme a Schlein, l'ex ministro del Lavoro ha pubblicato ha fatto sapere: "Mi sono progressivamente convinto a dare il mio sostegno ad Elly Schlein, mi sembra la proposta più nuova, capace di innovare più delle altre che vedo in campo perché ho visto certe kermesse che assomigliano molto alle Leopolde e a una stagione che va superata, a mio parere". Anche il responsabile Enti Locali del Pd, Francesco Boccia, è schierato con Schlein della cui mozione è anche responsabile delle relazioni politiche. Gli altri membri dell'attuale segreteria dem schierati con Schlein sono il vice segretario, Peppe Provenzano, le deputate Chiara Braga e Chiara Gribaudo (proveniente dalle linee orfiniane), Susanna Cenni, Antonio Misiani, Anna Rossomando e Stefano Vaccari.
Pro Bonacini
Se Schlein si presenta con un parterre di nomi 'pesanti', Bonaccini non può dirsi da meno: con il presidente dell'Emilia Romagna ci sono, ad esempio, i tre capigruppo di Camera, Senato e Parlamento Europeo: Debora Serracchiani, Simona Malpezzi e Brando Benifei. Conto pari nella distribuzione dei vicesegretari: Irene Tinagli, numero due al Nazareno, sostiene il governatore. E se il leader di Areadem, Dario Franceschini, è con Schlein l'altro nome di peso della corrente, Piero Fassino, è in campo con Bonaccini che si giova anche del sostegno della corrente di Base Riformista, capitanata dall'ex ministro dela Difesa Lorenzo Guerini attorno al quale si raccolgono diversi eletti in parlamento, compresi due componenti dell'attuale segreteria dem: Enrico Borghi e Sandra Zampa.
Anche il senatore lettiano Marco Meloni, che della segreteria è il coordinatore, è in campo con Bonaccini, mentre il segretario in carica, Enrico Letta, non esprime preferenze, coerente con il suo ruolo di garante del congresso. Il grosso dei sostenitori di Bonaccini, tuttavia, sta nei sindaci e negli amministratori dem. C'è Dario Nardella, sindaco di Firenze dal 2014. C'e' Matteo Ricci, sindaco di Pesaro dallo stesso anno e coordinatore dei sindaci Pd. Soprattutto ci sono i governatori di Campania e Puglia, Vincenzo de Luca e Michele Emiliano.
A questi si è aggiunta, ieri, la quarta classificata nei congressi dei circoli, Paola De Micheli, che ha annunciato il suo gradimento per Bonaccini. Chi non sosterrà nessun candidato è Gianni Cuperlo, già presidente del partito arrivato terzo con circa l'otto per cento dei voti nei circoli che gli vale 16 eletti in assemblea. Un risultato a cui dovrebbe rinunciare se scegliesse ora il candidato su cui puntare. Cuperlo ha dato, quindi, libertà di coscienza ai suoi sostenitori, tra i quali il senatore Pd Andrea Giorgis, ma la sua piattaforma, per priorità e contenuti, sembra al momento più vicina a quella di Elly Schlein. Quella di Gianni Cuperlo di non sostenere nessuno dei due candidati rimasti in corsa per la segreteria Pd, "e' una scelta rispettabile", per Orlando: "Se si fosse riconosicuto in una delle due proposte, essendo arrivato dopo nella decisione di candidarsi, non si sarebbe nemmeno candidato. Da questo punto di vista c'è coerenza. Vedo però che nelle cose che dice c'è piu' consonanza con Elly Schlein. Ma non tiro nessuno per la giacchetta", aggiunge l'ex ministro. Quelle di Cuperlo e Schlein sono, anche a sentire gli esponenti della sinistra dem, due declinazioni diverse della sinistra: una piu' "movimentista" l'altra piu' "tradizionale". Se sarà possibile una composizione fra questi due modelli sarà chiaro solo dalle 20 del 26 febbraio, quando con i gazebo si chiuderà anche questo lungo congresso del Pd.
Non schierati
Come detto non ha espresso una preferenza per uno dei due candidati, Enrico Letta che in qualità di segretario uscente ha voluto mantenere un ruolo di garante e Gianni Cuperlo.