Roma, 30 aprile 2017 - "Il primo grazie è per i volontari. Il secondo per Michele Emiliano e Adrea Orlando", ha detto Matteo Renzi al Nazareno commentando i risultati delle primarie Pd che lo vedono vincitore con una percentuale schiacciante. Renzi torna ad essere segretario Pd, rilegittimato dopo la pesante sconfitta al referendum e le dimissioni da premier. Quasi 2 milioni di elettori, smentendo le previsioni fosche della vigilia, hanno votato alle primarie e, secondo i dati non ancora ufficiali, oltre il 70% ha scelto il bis dell'ex segretario rispetto ai rivali Andrea Orlando, intorno al 20%, e Michele Emiliano sull'8%. Una sfida dall'esito scontato, secondo molti, ma che i renziani festeggiano come la ripartenza in vista delle elezioni politiche.
"Nelle primarie del Pd c'è sangue vivo, storie in carne e ossa che lo rendono una comunità meravigliosa. È il rapporto con il popolo che segna la diversità del Pd rispetto a tutti gli altri. Tutti parlano di populismi, ma l'alternativa non è nel salotto, nei tweet, ma nel popolo: non avere paura della democrazia, dei voti, di fare le primarie. Non c'è alternativa alle persone", ha detto Renzi. "Noi dobbiamo avere il coraggio di dire che il rapporto con il popolo segna la diversità del Pd da tutti gli altri. L'alternativa al populismo non è il salotto, ma non avere paura del popolo, di fare le primarie", ha detto il segretario richiamando tutti a "umiltà e responsabilità".
"Il Pd non è un partito personale, quando due milioni di persone vanno a votare, come si fa a dire che è un partito personale, con un leader forte?". "Grazie a Orfini - ha aggiunto - a chi ha gestito il partito, alle persone che si sono sobbarcate tante polemiche, alcune delle quali che avremo volentieri evitato".
"Il congresso segna l'inizio di una pagina nuova, non è la rivincita o il secondo tempo della solita partita. Ha vinto tutto il Pd ma soprattutto quello che non si è vergognato delle cose fatte in questi anni, della legge sul dopo di noi, delle unioni civili, della legge sul lavoro, perché se ci sono 700mila posti di lavoro in più non possiamo far finta di vergognarcene, il Jobs act è una delle cose più straordinariamente di sinistra fatte", ha aggiunto. "Dobbiamo vincere questa nuova sfida partendo dal presupposto che forse non siamo stati in gradi fino in fondo di portare la gente dalla nostra parte partendo dal basso, dobbiamo ricoinvolgere dal basso, casa per casa, e dire che torneremo a discutere".
Il segretario ha continuato: "A Bruxelles chiediamo un cambiamento vero, non ne possiamo più di un'Ue che non incrocia i desideri più belli di chi vuole l'ideale europeo. Non siamo contro l'Ue, ne vogliamo una diversa, l'alternativa a populismo è il popolo". "Abbiamo il compito storico di non lasciare l'Italia nella palude".
"Una responsabilità straordinaria, grazie di cuore a questa comunità di donne e uomini che credono nell'Italia. Avanti Insieme", ha scritto Renzi su Instagram dopo la diffusione dei primi dati.