Domenica 22 Dicembre 2024
REDAZIONE POLITICA

Presepe a scuola, “vietato vietarlo”. Lavinia Mennuni (FdI), ecco la mia proposta di legge. I presidi: rispettare l’autonomia

Il testo vuole tutelare “le festività e le tradizioni religiose cristiane quale espressione più autentica e profonda dell’identità del popolo italiano”. Magi (+Europa): oggi la Sacra Famiglia finirebbe probabilmente in Albania

Roma, 20 dicembre 2023 - Presepe mai più vietato nelle scuole. Lo prevede una proposta di legge di FdI presentata al Senato.  

Ma questo vuol dire che sarà obbligatorio? “No, significa che sarà vietato vietare”, chiarisce Lavinia Mennuni, prima firmataria. 

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“Da qualche anno - spiega in una nota - assistiamo ad inaccettabili e imbarazzanti decisioni di alcuni organi scolastici che vietano il presepe nelle scuole o ne modificano l’essenza profonda modificando ad esempio la festa del Natale in improbabili festività dell’inverno per non offendere i credenti di altre religioni. Con la proposta di legge che ho presentato e che è stata firmata da molti parlamentari, non sarà più possibile cancellare il presepe, il Natale e la Pasqua all’interno degli istituti scolastici italiani di ogni ordine e grado. E’ assolutamente fondamentale - conclude la senatrice meloniana - salvaguardare e tutelare quelle che sono in fondo le nostre radici culturali che nel presepe hanno un altissimo esempio”.

"L’obiettivo è molto chiaro, valorizzare la tradizione cristiana e un alto esempio di umanità”.

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Lavinia Mennuni, senatrice di FdI, e la proposta sul presepe a scuola: "Vietato vietarlo"
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Cosa comprende la proposta

La proposta è costituita da quattro articoli. Nell’articolo 1, come premessa, si legge che “la Repubblica valorizza, preserva e tutela le festività e le tradizioni religiose cristiane quale espressione più autentica e profonda dell’identità del popolo italiano”. L’articolo 2 chiarisce: “Negli istituti di istruzione pubblici è fatto divieto di impedire iniziative promosse da genitori studenti e competenti organi scolastici volte a proseguire attività legate a tradizionali celebrazioni legate al Natale e alla Pasqua Cristiana come l'allestimento del presepe, recite e altre manifestazioni ad essi collegate al fine di ricordarne il loro profondo significato di umanità e il rapporto che le lega all’identità nazionale italiana”.

Ma che cosa scatta in caso di divieto? L’articolo 3 fa riferimento a un “procedimento disciplinare” in caso di violazione.

Antonello Giannelli, presidente Anp
Antonello Giannelli, presidente Anp

Le parole di Giannelli (Associazione nazionale presidi)

“Sta facendo molto discutere questa ipotesi di obbligo di realizzazione del presepe a scuola, o meglio di divieto del divieto di realizzarlo. Naturalmente sono argomenti che vanno lasciati all’autonomia delle singole scuole che sono gli unici soggetti che possono valutare l’opportunità, l’importanza di realizzare certe iniziative”. Lo afferma Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi. “D’altronde il presepe fa parte in modo, direi, indelebile della nostra cultura, della tradizione, ancor più del nostro sentimento religioso – aggiunge Giannelli -. Io ritengo che non sia la legge lo strumento migliore per imporre il rispetto di quelle che sono le nostre tradizioni culturali. In ogni caso si tratta di un progetto di legge che verrà discusso in Parlamento e ci sarà anche un margine per valutare i pro e i contro e valutare se effettivamente deve andare in porto ed essere approvata come legge”.

Presepe obbligatorio a scuola: è subito polemica

Ma la proposta di legge non piace al segretario di +Europa, Riccardo Magi. Attacca: “Puntuale come un orologio svizzero, sotto Natale tornano le proposte di legge della destra per salvaguardare le tradizioni cristiane italiane. La stessa destra guidata da Giorgia Meloni per cui oggi la Sacra Famiglia in fuga dalla persecuzione finirebbe probabilmente in un Cpr, magari in Albania, in attesa di sapere da qualche giudice in Italia se sono degni o meno di mettere piede sul territorio italiano. Perché è qui l’ipocrisia, al limite del blasfemo secondo i canoni della religione cattolica, della politica del governo: salvaguardare simboli religiosi quasi come aspetti del folklore e rendere più difficili i soccorsi per chi rischia la vita in mare”. 

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