Giovedì 14 Novembre 2024
GABRIELE MORONI
Politica

Pontida, com’è cambiato il raduno dei leghisti. Sovranismo e antieuropeismo per il sorpasso a destra di Salvini

I cori dei giovani leghisti prendono di mira Tajani per lo Ius Scholae. Il leader: sono quattro scemi, Antonio è un amico e un alleato

Un'immagine del raduno di Pontida

Un'immagine del raduno di Pontida

Pontida (Bergamo) – Matteo Salvini si è impegnato a fondo e in prima persona: il consiglio federale del partito riunito per tre volte, parola d’ordine ai dirigenti locali di portare gente a Pontida. Già due giorni fa, Fabrizio Cecchetti, coordinatore per la Lombardia per Salvini premier, prevedeva diecimila arrivi soltanto con i pullman dalle sezioni.

“Pontida diversa”, mantra per l’edizione 2024. C’è la data, non casuale di oggi, 6 ottobre, visto che il 7 ottobre è l’anniversario della vittoria della Lega Santa nel 1571, a Lepanto, lo scontro navale da cui uscì sconfitta la flotta musulmana dell’Impero ottomano. C’è, sul tappeto, la difesa del capo di via Bellerio: i pm di Palermo chiedono una condanna a sei anni di reclusione per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per avere bloccato, nell’agosto di quattro anni fa, lo sbarco dei migranti dalla nave ong Open Arms. “Non è reato difendere i confini” è lo slogan tracciato a caratteri cubitali (anche in inglese). Durante il raduno sarà organizzata la raccolta simbolica delle firme a sostegno di Salvini e verranno distribuite le tessere da socio fondatore del "Comitato per la sicurezza dei confini”. Fra le tante spine che cingono la testa del “Capitano” una promessa mantenuta e un motivo per festeggiare l’Autonomia differenziata, diventata legge a giugno.

L’appuntamento di Pontida è stato aperto dai giovani della Lega. La loro marcia verso la tensostruttura scandendo "Ius scholae in vista, Tajani scafista”, “Tajani v...” ha costretto il segretario federale a scuse pubbliche e immediate: “Chiedo scusa a nome loro, sono 4-5 scemi. Tajani è un amico e alleato”. Circondato e pressato dai giornalisti, Salvini ha risposto a qualche domanda: “La cittadinanza va bene così, siamo il Paese che dà più cittadinanze in Europa. Semmai noi presenteremo un ddl per togliere la cittadinanza a chi commette reati. Ma non è l’emergenza degli italiani. Non sono d’accordo con chi vuole allargare la cittadinanza, non sono d’accordo con Schlein, ma lo dico con rispetto, sia di chi è all’opposizione, sia degli alleati”.

Un'immagine del raduno di Pontida
Un'immagine del raduno di Pontida

Il plenum sovranista di oggi: "Ungheria, Praga, Lisbona, Madrid. Vuol dire che stiamo crescendo. Il sogno di un grande movimento patriottico si sta realizzando”. E c’è stato un pensiero per Umberto Bossi. La Pontida 2024 avrà le caratteristiche di un’assise del sovranismo internazionale, fortemente antieuropeista.

Lungo questo asse si muove il disegno salviniano, per uscire dall’angolo e andare sempre più a destra di FdI di Giorgia Meloni. Il leader (che all’inizio di settembre è stato a Gemonio per un abbraccio di riconciliazione con il patriarca Bossi) sa di giocare una partita decisiva. Significative, eloquenti, in uno scenario già chiaro, le presenze degli alleati europei, senza precedenti. Il gruppo dei Patrioti per l’Europa, al quale appartiene anche il Carroccio, ha annunciato una consistente partecipazione: il suo fondatore, il premier ungherese Viktor Orban, l’olandese Geert Wilders, il portoghese André Ventura, la vicepresidente di Fpo, il partito statale austriaco, Marlene Svazek, Josè Antonio Fuster, portavoce del partito spagnolo Vox.

I big del Rassemblement national francese Marine Le Pen, star a Pontida lo scorso anno, e Jordan Bardella, impegnati a Nizza, invieranno un video. Lo stesso farà l’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro. Debutterà davanti a militanti e simpatizzanti raccolti nel pratone Roberto Vannacci, il generale recordman di voti alle Europee. In linea con la tradizione del raduno le salamelle (8 quintali, 3 in più dello scorso anno), gli arrosticini (30 cartoni da 150 ciascuno, il formaggio (18 forme). Discontinuità per lo speaker. Per la prima volta dal 1995 non risuoneranno dal palco i toni, ora commossi, ora stentorei di Daniele Belotti. Ad annunciare gli oratori, compreso il tifoso milanista Matteo Salvini, sarà Mirko Mengozzi, “voce" dell’Inter a San Siro.