Giovedì 21 Novembre 2024
NINO FEMIANI
Politica

Pompei e il gossip: "Mary? Una leader. Questo posto era piccolo per lei"

I ricordi di parenti, conoscenti e compagni di scuola di Boccia "Era diversa, fin da piccola. E aveva già le idee chiare sul suo futuro"

Pompei e il  gossip: "Mary? Una leader. Questo posto era piccolo per lei"

Maria Rosaria Boccia in una foto tratta dal suo profilo Instagram

Pompei (Napoli), 5 settembre 2024 – Il sole picchia forte sui basoli di pietra lavica a Pompei, una città che da secoli è intrappolata tra incanto del passato e tensioni del presente. Bisogna partire da qui per scoprire il volto segreto di Maria Rosaria Boccia, la ‘femme fatale’ del ministro Sangiuliano. La città, per quanto internazionale, resta un piccolo centro impregnato di incenso e litanie. E qui, tra i locali del centro e le bancarelle di paccottiglia, si nasconde una trama di memorie ancora viva, intrecciata con i racconti di chi ha conosciuto Maria Rosaria da vicino. Angela Solimeno, una donna sulla cinquantina, l’ha vista crescere. È fuori dal negozio di alimentari di suo fratello in via Provinciale, uno di quei posti resistenti al tempo. "Rosy era una di quelle ragazze che sapevano come farsi notare. Sempre la più elegante, la più spigliata, quella con le idee più grandi. Pompei le stava stretta, lo diceva sempre. ‘Questa città è come un vestito troppo piccolo, e io di vestiti ne capisco’".

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Maria Rosaria Boccia in una foto tratta dal suo profilo Instagram

Alla periferia di Pompei, verso Scafati, c’è il negozio che la famiglia Boccia tiene aperto da decenni. Una struttura semplice, ornata da quattro tende bianche immacolate, che nasconde al suo interno un assortimento di abiti da cerimonia e da sposa. Non è un posto che colpisce per trend o lusso, ma si percepisce l’intento di offrire qualcosa di esclusivo. "Maria Rosaria ha imparato l’amore per la bellezza qui", racconta il cugino Enrico. E descrive una giovane che passava ore dietro il banco, osservando e imparando. "Non era mai soddisfatta di vendere semplicemente un vestito. Voleva conoscere la storia di chi lo avrebbe indossato, capire cosa ci fosse dietro la scelta di un colore o di un taglio. Era come se stesse cercando di costruire qualcosa di più grande".

Questo negozio di abiti eleganti sembra essere stato il suo primo laboratorio, il luogo dove ha affinato le sue capacità di persuasione e di lettura delle persone. Nel centro città c’è Vittorio Passeggia, compagno di classe all’istituto superiore Pascal. È seduto a un tavolino del bar De Vivo, guardando distrattamente il viavai dei turisti. Non è difficile convincerlo a parlare.

"Era un fenomeno", dice ridendo. "Una leader nata, anche quando eravamo a scuola. Ricordo che una volta ci disse, ma seriamente, che avrebbe sposato un principe o nessuno. I compagni ridevano, io sapevo che parlava sul serio". "Pompei non poteva contenere la sua ambizione. E così, un giorno, è partita davvero, senza voltarsi indietro". Poi quella che è diventata la ‘regina di agosto’ è tornata a Pompei. Ed è tornata nel luogo simbolo, dove tutto ha forse avuto forse inizio: il Comune. Qui, tra rumore di fascicoli e sedie spostate, c’è il sindaco Carmine Lo Sapio. È in ufficio, calmo, con l’aria di chi è abituato al tran-tran quotidiano e per nulla spiazzato dal ‘Bocciagate’.

"Annullato il G7 a Pompei?" risponde subito con un mezzo sorriso, quasi divertito dalla domanda. "Una fake news, al momento è tutto confermato. Abbiamo fatto anche la conferenza dei servizi in Prefettura. Se si blocca tutto, ce lo faranno sapere. Ma mi pare che Sangiuliano abbia confermato Pompei". Il sindaco è di poche parole. "Maria Rosaria venditrice di mozzarelle? Non so davvero da dove sia uscita questa immagine, non certo da me, è un’invenzione dei giornali". Lo Sapio non si sottrae: "Io non sono il suo pigmalione: non ne aveva bisogno, era una ragazza sveglia, sapeva giocare le sue carte con astuzia e determinazione fuori dal comune, l’ho conosciuta durante un evento internazionale con chef e prodotti di eccellenza arrivati da tutta Europa". "Stimo Sangiuliano - aggiunge – è uno che ha fatto tanto per Pompei e a cui dobbiamo molto. Questa storia mi sembra inconsistente, la classica polpetta usata come arma di distrazione di massa".