Bari, 29 luglio 2023 – Sindaco Antonio Decaro, all’indomani delle contestata rimodulazione del Pnrr da parte del governo, in qualità di presidente dell’Anci siete soddisfatti dell’erogazione della terza rata e il via libera alla rimodulazione della quarta?
"Speriamo questi soldi possano sbloccare una serie di situazioni che oggi attendevano il via libera. E che si possa procedere con le anticipazioni che avevamo chiesto. Noi Comuni continuiamo a fare il nostro lavoro".
E a questo proposito come valuta la proposta di stralcio dal Pnrr di 16 miliardi di interventi, la gran parte dei quali in carico alla gestione dei comuni?
"Quella del governo è un’ipotesi, non una decisione. Noi abbiamo chiesto un approfondimento e garanzie scritte. Se ci sono opere non compatibili bene, altrimenti vogliamo continuare a spendere i fondi del Pnrr. Avevamo onestamente concordato col governo che, nel caso in cui ci fossero state opere che non superavano gli scogli in sede comunitaria, com’è accaduto con gli stadi di Venezia e Firenze, sarebbero state finanziate con altri fondi. Ma nessuno si sarebbe aspettato che i fondi a tre programmi interi – le piccole opere del ministero dell’Interno, i Programmi urbani integrati e gli interventi di rigenerazione – venissero spostati su RePowerEu. Su 16 miliardi di ricollocazioni annunciate, 13 erano dei Comuni. A noi sembra assurdo, visto che nessuno sa dove sia finito intanto l’81% dei fondi del Pnrr gestito dai ministeri. Il nostro 19% lo vogliamo conservare, anche perché abbiamo già cominciato a spenderlo".
Qual è l’entità concreta del rischio?
"Abbiamo fatto un lavoro importante in questi mesi. Pensiamo agli asili nido, che per il 91% sono stati aggiudicati. Come Comuni abbiamo già fatto 55mila gare, il 52% di tutte quelle del Paese. Su 40 miliardi di Pnrr che erano stati finora assegnati ai Comuni, 37 sono già stati affidati. Stiamo parlando di numeri importanti. Questo mentre la stragrande maggioranza dei ministeri è ancora al palo. Dei 6 miliardi destinati alle piccole opere finanziate dal ministero dell’Interno, 2,5 sono già spesi per opere realizzate. Ci sembra strano che si intervenga a scapito proprio dei Comuni, che stanno facendo il loro dovere".
Una decisione più politica che pratica?
"Non credo e non voglio pensarlo. Ma vogliamo capire innanzitutto il motivo, quali siano queste opere potenzialmente incompatibili col Pnrr. E, se fossero incompatibili, dove prendiamo adesso le risorse per finanziarle. Hanno detto che i finanziamenti alternativi possono venire dai Fers e dai fondi coesione. Ma il comune di Firenze ancora aspetta quei fondi per lo stadio, e si tratta di 55 milioni. Noi sindaci abbiamo obblighi vincolanti e impegni presi coi cittadini e con le imprese. Abbiamo già cominciato a spendere".
E per quanto riguarda RePowerEu?
"Sul RePower in cabina di regia abbiamo detto che vogliamo che vengano finanziati l’efficientamento energetico dei Comuni con interventi come i pannelli fotovoltaici e la sostituzione di tutte le lampade con quelle led nell’illuminazione pubblica. Perché questo produce un beneficio dal punto di vista ambientale, ma anche per la la spesa corrente dei bilanci comunali. Si tratta di due interventi facilissimi da realizzare: le tempistiche sono immediate. Quindi, se devono essere tolte risorse ai Comuni per metterle nel RePower, comunque i Comuni devono essere presi in considerazione".
La proposta di revisione del Pnrr riguarda anche gli interventi per il rischio idrogeologico. A questo riguardo nella formulazione del piano non è mancata un po’ di visione generale per realizzare interventi più organici?
"Sono risorse che pure ricadono sulle comunità, ma erano gestite dal ministero dell’Ambiente. Nel Pnrr sono previsti alcuni interventi, ma per la messa a norma contro il rischio idrogeologico esistono altri fondi europei che ancora attendono di essere spesi".