Giuseppe Turani
DOPO le elezioni regionali, con una non-vittoria del Pd, l’Italia si ritrova meno forte a Bruxelles? Il progetto di Renzi di alzare la voce in Europa può considerarsi già tramontato? C’è chi dice di sì. A questo punto il premier dovrà occuparsi molto da vicino dell’Italia, e quindi il pressing sugli alleati europei passa in seconda linea. Soprattutto, non avrebbe più l’autorità per alzare la voce perché indebolito in patria. Anzi, il nostro Paese corre il rischio di diventare una specie di osservato speciale, visto e studiato con qualche diffidenza.
Questo dicono e pensano i pessimisti. Ma è proprio così? È presto per dirlo. Va però segnalato che è possibile anche lo scenario opposto. Tutto sommato, Renzi ha tenuto. E c’è da presumere che anche nei prossimi mesi possa continuare a governare. È possibile, quindi, che invece di essere visto con sufficienza, l’attuale governo possa diventare il cocco di Bruxelles.
NON È DIFFICILE capire perché. L’Europa mediterranea si è trasformata in una specie di campo di Agramante per gli alleati europei: i no-euro e i no-austerity radicali sono comparsi ovunque e minacciano di andare in maggioranza o comunque di mettere in crisi i governi. L’Italia di Renzi, invece, è il solo Paese mediterraneo in cui i no-euro sono tenuti abbastanza ai margini (i Cinquestelle non hanno conquistato nemmeno una regione e Salvini ha in parte svuotato Forza Italia, ma niente di più).
In queste condizioni è poco credibile che l’Europa si metta a fare la maestra severa con Renzi, rischiando di ritrovarsi con una minacciosa area di no-euro anche in Italia. È più facile immaginarsi il contrario. E cioè un’Europa che chiude un occhio e dà un po’ di respiro all’Italia, lasciando che interpreti con più larghezza il Patto di stabilità. Bruxelles, in poche parole, potrebbe lasciar sforare un po’ i conti italiani, consentendo a Renzi di muoversi con più facilità in modo da portare a casa qualche risultato in più sul tema della ripresa economica.
L’Europa potrebbe insomma lasciargli anche le briglie un po’ più lunghe. Ma a questo punto Renzi dovrà muoversi con molta rapidità e senza fare sbagli. Fatti più che annunci.