Milano, 7 dicembre 2016 - “Il 40 per cento del Sì contiene voti di centro-destra che certo non sarebbero disponibili per un’alleanza di centro-sinistra. Mentre nel 60 per cento del No ci sono tanti voti di elettori di sinistra che invocano l’unità del centrosinistra, e sono pronti a votare una coalizione che abbia questo segno. Questo è il momento della verità. Però le elezioni sarebbero, per il Pd, il momento decisivo per le sue scelte. Renzi dovrebbe scegliere se guardare a un’alleanza a sinistra, formando un centrosinistra, o un’alleanza con il Nuovo Centro Destra che trasformerebbe il Pd in un partito geneticamente modificato. Il popolo del Pd, io lo conosco bene, non accetterebbe mai la seconda soluzione”. Lo afferma Giuliano Pisapia a La Repubblica.
L’ex sindaco di Milano lancia anche la sua proposta: “Serve un’alleanza aperta, diamole un nome: Campo Progressista, che riunisca le forze di sinistra in grado di assumersi una responsabilità di governo. Non per motivi di potere ma per fare le cose di sinistra”.
Ma Pisapia mette anche delle condizioni ben precisi alla nasciata della nuova alleanza: “Voglio mettere dei paletti ben precisi: nessuna alleanza con le forze di centro-destra o con quelle persone che non hanno la credibilità o l’affidabilità necessarie, anche se i loro voti oggi sono diventati indispensabili in Parlamento”. “Il 18 dicembre a Roma si incontrerà tutta quella parte della sinistra che ritiene che il Partito democratico non possa che essere suo alleato, e voglia collaborare lealmente in un’ottica di centrosinistra assumendosi le sue responsabilità. Il giorno dopo ci vedremo a Bologna, dove sarà presente anche il sindaco di Bologna, Merola, e Gianni Cuperlo, che sono del Pd, ma anche io e il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, che non siamo del Pd”, ha aggiunto.
“Noi vogliamo dare voce alla grande richiesta di unità del centrosinistra che ho sentito girando per l’Italia. E riuscire a parlare ai tanti disillusi che non sono più andati a votare, o hanno votato turandosi il naso. Dobbiamo restituire l’entusiasmo di fare politica agli italiani di sinistra che l’hanno perso”, ha poi sottolineato.
E per quanto riguarda la situazione: “Io penso che ormai non si possa più andare avanti così. Forse febbraio è troppo presto, ma è ora che si vada a elezioni. Ed è indispensabile che non ci si vada con queste leggi elettorali. È del tutto evidente che ci sono alcuni punti dell’Italicum su cui la Corte costituzionale indirettamente si è già pronunciata, e vanno modificati”.