Venerdì 20 Dicembre 2024
SIMONE ARMINIO
Politica

Ue, Picierno (Pd): "Il sì a von der Leyen? Stiamo dialogando. La strada è giusta"

La vicepresidente uscente dell’Europarlamento: i franchi tiratori non sono qui "La coalizione Ursula terrà. E con i Verdi troveremo terreno di lavoro comune"

Picierno (Pd): "Il sì a von der Leyen?. Stiamo dialogando. La strada è giusta"

Pina Picierno, europarlamentare democratica al terzo mandato, già vicepresidente del Parlamento Europeo. Giovedì si vota per la presidenza della commissione. Tutti si chiedono: il Partito Democratico che linea terrà? Pubblicamente non è stato ancora detto.

"L’audizione dei giorni scorsi è stata proficua e sono state accolte molte richieste del nostro gruppo. Siamo su una buona strada per continuare a consolidare i percorsi di riforma avviati nella precedente legislatura".

Ma avete obiettivi comuni? La maggioranza Ursula è ampia e composita, altro che campo largo...

"La linea del Pd sarà quella che ha ha sempre caratterizzato tutta la nostra campagna elettorale: nessun passo indietro sui diritti, sulla giustizia sociale, sulla transizione ecologica e sulla tutela della democrazia e dello Stato di diritto.

In ogni caso il voto per la presidenza della Commissione è segreto e cinque anni fa i franchi tiratori furono ben 75. La destra punta il dito contro di voi.

"Ritengo che la destra, piuttosto, debba occuparsi di comprendere e acquisire consapevolezza di come uscire dal loop di scissioni che l’ha scossa e pesantemente attraversata in queste settimane. La frammentazione è tale che ormai ci sono più gruppi a destra che stelle nel cielo: tutto ciò è sintomo di una mancanza di elaborazione profonda e strutturale nonché della capacità di responsabilità".

Ma qualcosa unisce questa maggioranza così eterogenea?

"Il punto dirimente è che oggi per tutelare gli interessi nazionali occorre essere fortemente europeisti, non c’è alcuna altra scelta possibile".

Poi c’è un dato. La Ursula 2 rischia di essere più debole della precedente. Pensa potrà essere un problema?

"Non credo sarà cosi, invece. La coesione intorno ad un progetto politico profondo e importante come quello del governo dell’Unione Europea non è una vicenda che si risolve senza elaborazione, confronto e dialogo. Queste settimane sono state proficue e importanti".

Queste settimane hanno visto anche un corteggiamento spinto nei confronti del gruppo dei Verdi. Ha funzionato? Avranno un ruolo?

"Non spetta a me occuparmi di attribuzioni di ruoli o incarichi".

Allora si limiti a un giudizio.

"Ritengo che i Verdi siano un valore aggiunto per le sfide che ci attendono. Alex Langer, uno dei fondatori dei Verdi ed eurodeputato, scriveva nel 1994 che “la conversione ecologica potrà affermarsi solo se apparirà socialmente desiderabile”. Ritengo che questo principio e questo concetto possano e debbano essere un territorio di lavoro comune: rendere pragmaticamente e socialmente conveniente la transizione".

Giorgia Meloni è forte o debole in Europa, e con lei l’Italia? Lei cosa ne pensa?

"Ritengo che l’Europa sia un luogo in cui la maturità, la responsabilità e la coerenza rappresentino valori non derogabili. In questi mesi abbiamo assistito ad un indebolimento di questa linea che aveva garantito all’Italia una piena titolarità nella gestione di dossier importanti. La destra sconta una crisi di identità e di elaborazione e queste mancanze stanno finendo per scaricarsi pesantemente sul nostro Paese".