Sabato 22 Febbraio 2025
ELENA G. POLIDORI
Politica

Picierno (Pd): "Il campo largo? Sia europeista"

La vicepresidente del Parlamento Ue attacca Conte "Si schiera con Donald e i nemici della democrazia".

Pina Picierno è nata nel 1981

Pina Picierno è nata nel 1981

Pina Picierno, vicepresidente dem del Parlamento europeo, anche ieri Giuseppe Conte ha marcato la distanza tra la linea del M5s sull’Ucraina e il Pd. Il campo largo muore, dunque, sulla politica estera?

"Il perimetro che definirà il campo della politica, e in base al quale misureremo affinità e differenze, sarà quello dell’europeismo, della difesa delle democrazie liberali, del multilateralismo e del diritto internazionale. Vale ovviamente innanzitutto per Meloni e i suoi alleati della Lega. Non è serio governare un grande Paese come l’Italia, fondatore dell’Unione e tra le prime potenze industriali del mondo, indossando la maglietta di Putin e il cappello di Trump. E vale per il campo largo: prendo atto che Conte ha scelto di schierarsi con Trump, con i nemici della democrazia e contro l’Unione europea, accusandola di essere bellicista. Mi pare che su questo terreno non ci possa essere nessuna alleanza possibile. L’alternativa si misurerà sulla capacità di governare bene e seriamente il Paese".

Mentre Trump porta il caos nel mondo, M5s e Salvini sembrano riavvicinati dalla simpatia verso Putin: il Pd in questo momento pare assente.

"C’è un avvicinamento sicuramente più pericoloso, quello tra Trump e Putin, tra il movimento internazionale reazionario del primo e il regime autarchico del secondo. Gli avvicinamenti di casa nostra sono più innocui a confronto, ma è innegabile che vi sia un filo che unisce queste due forze di cui si trova traccia, per esempio, nei voti espressi in Parlamento europeo. Il Pd non mi pare assente: io milito orgogliosamente nel Pd e mi sembro piuttosto presente nel dibattito pubblico intorno alla difesa delle democrazie liberali, chi è del tutto assente è Giorgia Meloni, in evidente imbarazzo dopo le foto ricordo di Mar-a-Lago".

L’Europa resisterà all’onda d’urto trumpiana? E se sì, come?

"Siamo a un bivio. Non sono certamente l’unica a rilevarlo, ma ne vivo profondamente e quotidianamente l’urgenza. Siamo di fronte a un mondo che non è quello che avevamo immaginato, ma dobbiamo smetterla con la nostalgia e lo sconforto. Serve un’Europa libera e forte, con istituzioni adeguate, una difesa e un esercito comune, competitiva sul piano industriale e tecnologico. Hanno prevalso fin qui egoismi nazionali e paura di esprimere potenza e sovranità europea. Il terreno di sfida nel mondo e con la destra è questo".

Le fa più paura Trump o Putin?

"C’è una differenza sostanziale, i Paesi che rappresentano. Non sottovaluto la forza della narrazione Maga, ma gli Stati Uniti restano un Paese dalle istituzioni e dai contrappesi forti, dalla cultura plurale, con un’opposizione democratica rappresentativa di interessi e consenso diffusi, con un sistema d’informazione libero. Washington non è il Cremlino e non lo sarà mai. Ma non è più il tempo di speculazioni accademiche sulle esperienze politiche negli altri Paesi. Il baricentro è sempre più spostato sulle coste del Pacifico, con il resto del mondo costretto a fare da spettatore. È una tendenza degli ultimi tre decenni che non dipende solo dall’alternarsi delle amministrazioni americane. Abbiamo dormito, ma ora serve l’Europa. Non sono né pessimista né ottimista, ma realista. O si fa subito e bene o guarderemo il mondo da un oblò di una nave in tempesta".