Venerdì 4 Ottobre 2024
RAFFAELE MARMO
Politica

Il 2 agosto di Piantedosi: "Strage di Bologna, la matrice è chiara. Basta strumentalizzare"

Il ministro oggi alla commemorazione: resta una ferita profonda. "Grazie ai familiari delle vittime c’è stata la risposta al disegno eversivo". Autunno caldo e reddito di cittadinanza? "Risposte a chi è in crisi"

Matteo Piantedosi è nato a Napoli nel 1963. Ministro dell’Interno dal 22 ottobre 2022

Matteo Piantedosi è nato a Napoli nel 1963. Ministro dell’Interno dal 22 ottobre 2022

Bologna, 2 agosto 2023 – Ministro, lei ha un rapporto speciale con Bologna. Che cosa è stata la strage del 2 agosto per la città e per l’Italia?

"La strage del 2 agosto, in cui persero la vita 85 persone, rappresenta una delle pagine più buie del nostro Paese, una ferita profonda inferta alla città di Bologna", esordisce netto il ministro Matteo Piantedosi, da sempre con un legame speciale con la città, dove sarà oggi in rappresentanza del governo”.

Una lacerazione nel muro della stazione e dell’intero Paese.

"Sì. Sono ancora vive nella memoria le immagini di devastazione e di morte provocate da quel vile attentato terroristico che ha segnato in maniera indelebile la coscienza di tutti gli italiani. Grazie, però, allo straordinario e inesauribile impegno dei familiari delle vittime, la strage rappresenta anche il simbolo della risposta, ferma e solidale, delle istituzioni e della società civile contro il disegno eversivo di chi ha inteso colpire al cuore la nostra democrazia. Nella mia lunga esperienza alla prefettura di Bologna ho avuto modo di apprezzare la forza con cui chi è sopravvissuto alla strage e chi quel 2 agosto ha perso un figlio, un genitore o un caro amico ha agito per conoscere la verità e chiedere giustizia. Una richiesta rinnovata ogni anno in piazza".

I familiari delle vittime hanno avuto un ruolo chiave nella ricerca della verità.

"La determinazione dei familiari delle vittime è stata fondamentale nella ricerca della verità. Hanno saputo non solo testimoniare il loro profondo dolore, e mantenere viva la memoria di vittime innocenti, ma hanno agito con coraggio e tenacia per avere risposte, ottenendo il sostegno convinto delle istituzioni e della società civile. L’azione svolta dall’Associazione dei familiari negli anni, e che prosegue ancora oggi, è parte integrante della città di Bologna e della sua comunità".

Siamo arrivati alla verità o c’è altro da scoprire e svelare?

"I processi giudiziari sono giunti fino alle condanne degli esecutori, delineando la matrice dell’attentato. Le sentenze hanno anche individuato complicità, ma restano ancora zone d’ombra. I risultati non esauriscono ma incoraggiano tutte le istituzioni ad andare avanti".

L’Italia delle stragi e della strategia della tensione appartiene al passato, ma restano zone d’ombra. Che cosa è possibile fare ancora per la verità?

"L’Italia è una democrazia matura con istituzioni salde e una dirigenza politica di qualità. Siamo un Paese che non arretra e non arretrerà mai rispetto alle fondamentali libertà politiche e sociali conquistate con tanto sacrificio. Dobbiamo essere orgogliosi e fiduciosi delle conquiste che abbiamo ottenuto. Nessuna verità proveniente dal passato deve farci paura. Anche perché qualsiasi strumentalizzazione su fatti così lontani – non solo temporalmente ma anche politicamente distanti rispetto alla situazione odierna – non avrebbe senso. Sul tema della desecretazione, il ministero dell’Interno ha già offerto un suo importante contributo, se si considera che ha versato migliaia di atti riguardanti gli eventi stragisti che hanno funestato il Paese dalla fine degli anni ‘60 agli anni ’80. Per la strage di Bologna sono state completate le operazioni di versamento agli Archivi dello Stato di più di 28mila atti".

Anni terribili, ma oggi quali fronti possono preoccupare?

"L’attenzione da parte delle nostre forze di polizia è sempre alta. Sul fronte internazionale sono stati rafforzati i rapporti di cooperazione con gli altri Paesi per prevenire e contrastare la minaccia jihadista. Costante è l’impegno nel fronteggiare la sfida posta dalla radicalizzazione sul web, che si conferma il principale luogo di proselitismo attraverso la diffusione di messaggi d’odio e la condivisione di materiale di propaganda. Sul fronte nazionale viene svolta una continua e attenta attività di monitoraggio anche grazie al Comitato di analisi strategica antiterrorismo (Casa), istituito al Viminale e a cui partecipano rappresentanti delle forze di polizia e dell’intelligence nazionale".

C’è allarme per gli anarco-insurrezionalisti e per l’estremismo di destra?

"Nell’ambito dell’attività di prevenzione interna, le nostre forze di polizia e l’intelligence sono impegnate a cogliere ogni possibile segnale legato sia all’attivismo dell’estremismo politico di diversa matrice, sia a quelle peculiari e composite espressioni del dissenso che si diffondono sul web. È anche grazie a questo impegno che, al momento, non sussistono particolari preoccupazioni".

C’è chi teme, però, un autunno di proteste sociali, anche per la riforma del Reddito.

"È dovere di tutti non soffiare sul fuoco. Le condizioni di marginalità economica e sociale sono all’attenzione del governo. È altrettanto vero che l’economia italiana mostra una capacità di ripresa superiore agli altri Paesi europei anche grazie agli interventi messi in campo sin dal suo insediamento dall’esecutivo Meloni. Il mercato del lavoro mostra buoni risultati per effetto del taglio del cuneo e dell’introduzione di incentivi per le assunzioni di giovani. Credo che questi segnali e l’impegno dell’esecutivo per dare risposte concrete a chi è in difficoltà contribuiscano a creare quella stabilità sociale che è il migliore strumento di prevenzione per evitare gravi proteste in piazza".

Un’ultima nota sul suo legame speciale con Bologna.

"A Bologna ho passato la parte migliore della mia vita. Sono arrivato in città da giovane funzionario dello Stato e sin dall’inizio mi sono sentito parte di questa meravigliosa comunità, che ho sempre apprezzato per la sua laboriosità e serietà, per il sentimento di solidarietà e di vicinanza ai più deboli. Una comunità forte e unita che, come ho ricordato, in occasione della strage della stazione ha saputo dimostrare una non comune capacità di reagire di fronte alle più profonde ferite. Tornare a Bologna per me rappresenta sempre una grande emozione".