Domenica 22 Dicembre 2024
VALERIO BARONCINI
Politica

Perché de Pascale e il Pd hanno vinto in Emilia Romagna

Il nuovo presidente della Regione sbaraglia la sfidante del centrodestra Ugolini. L’ormai ex sindaco di Ravenna si era ripreso nel 2011 da un terribile incidente

Bologna, 18 novembre 2024 –  Nato tre volte. Il nuovo presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale – con la lettera ‘d’ minuscola che racconta una storia di migrazioni, sacrifici e successi che dal 1400 ci portano da Monticelli a Ravenna – è nato tre volte, sì.

La prima a Cesena, nel gennaio 1985: per questo, nella regione che si riconferma fortino della sinistra nonostante la scarsa partecipazione, è il primo governatore millennial, ma non il primo trentenne (nel ’90 toccò a Enrico Boselli, socialista, a 33 anni). 

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La seconda volta, sempre a Cesena, nel gennaio 2011: a Cervia un colpo di sonno lo fa uscire di strada con l’auto. L’incidente è terribile: dieci giorni di coma farmacologico, polmoni collassati, interventi, e qui torna Cesena con il suo ospedale, luogo della prima e della seconda nascita.

La terza volta è a Bologna, in una giornata di novembre che pare gennaio: alle 15 di oggi gli exit poll raccontano di un divario incolmabile, come i sondaggi delle ultime settimane.

A tarda sera de Pascale è presidente, la civica Elena Ugolini sostenuta dal centrodestra è battuta con oltre sedici punti di scarto: l’Emilia-Romagna si conferma opposizione d’Italia, visto che conta anche su segretaria (Schlein), presidente (Bonaccini) e volto nuovo della continuità discontinua (sulla sanità per esempio) Pd, leggi de Pascale.

Da sinistra l’europarlamentare ed ex presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini; al centro la leader dem Elly Schlein e, a destra, il neoeletto Michele de Pascale sul palco per festeggiare la vittoria del centrosinistra
Da sinistra l’europarlamentare ed ex presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini; al centro la leader dem Elly Schlein e, a destra, il neoeletto Michele de Pascale sul palco per festeggiare la vittoria del centrosinistra

Il primo partito, in una terra che in passato portava alle urne il 97% degli aventi diritto, la terra di Dozza e Dossetti, di Peppone don Camillo e poi della discesa in campo di Berlusconi e del pullman di Prodi, del V-Day di Beppe Grillo e delle Sardine, è però l’astensione, quasi al 54%.

Stefano Bonaccini, nel primo mandato, fu votato dalla maggioranza ottenuta appena fra un elettore su tre; de Pascale fra meno di uno su due. Non a caso è la terra delle disastrose alluvioni e dello scontro istituzionale col governo: quelle da 17 morti di maggio 2023 tra Bologna e la Romagna, quelle di settembre 2024 con epicentro a Traversara di Bagnacavallo (dove non a caso ha forse vinto Ugolini) e di ottobre con l’acqua vomitata dalle viscere di Bologna.

Bologna, croce e delizia di ogni presidente emiliano-romagnolo, era stata decisiva per Bonaccini nel duello contro la Lega del 2020 (quello dei sondaggi che lo davano perdente, quello di Matteo Salvini-Lucia Borgonzoni e della scampanellata al Pilastro), con oltre centomila voti di ‘tesoretto’.

Questa volta non è servito: per de Pascale bastano oltre 915mila voti (Bonaccini ne ottenne un milione e 200mila, ma col 67% di affluenza), mentre Ugolini si ferma a 646mila (Borgonzoni superò il milione). Dunque il risultato (che sotto le Torri porta de Pascale al 63%, superato solo da Modena e Reggio Emilia; Ugolini primeggia solo a Piacenza) può essere letto come un forte consenso per il lavoro della giunta Bonaccini e delle amministrazioni comunali compresa quella di Matteo Lepore, che ora si ripropone con forza per il voto del 2027.

Nel 2015 aveva appena trent'anni, sarebbe stato eletto parlamentare a Roma se Enrico Liverani, candidato dem per il sindaco di Ravenna, non avesse perso la vita in un incidente pochi mesi prima del voto. E così Michele de Pascale accetto di restare nella sua terra, la Romagna

E i partiti? Il Pd, quasi al 43%, da solo avrebbe vinto le elezioni. Alleati ridimensionati al 5% di Sinistra-Verdi; M5s e lista personale di de Pascale di poco sopra il 3%.

Alle ultime Europee il campo largo era sopra di 18 punti con il Pd al 36%, dunque è chiaro chi vince le elezioni (non a caso il segretario dem Luigi Tosiani può finire in giunta). Nel centrodestra, FdI scende dal 28 al 24% (ma la lista Ugolini drena il 5%), Forza Italia e Lega passano da sopra a sotto il 6%.

E i candidati? Elena Ugolini sapeva di essere “partita dovendo di scalare una montagna” e tutti, dice oggi, “mi avevano sconsigliato di fare questo passo, ma io volevo mettere al centro alcuni punti fondamentali”.

De Pascale ha passato la giornata con gli amici e alleati più vicini, dalla consigliera regionale uscente Manuela Rontini (la ‘Miss Wolf’ risolvi-problemi della campagna elettorale e della futura giunta) al sindaco di Cesena Enzo Lattuca. Più di un collega, un fratello: “Michele sarà un grande presidente, per determinazione e tenacia. È un grande politico e un grande uomo, ascolterà tutti – spiega Lattuca –: sa tenere alto il morale quando conta e ha cuore. Ha imparato a non arrendersi nei momenti più difficili della sua vita”.

Era accaduto con l’incidente. Poi con un altro schianto, quello in cui era morto Enrico Liverani, che doveva essere sindaco a Ravenna, proprio al posto di de Pascale. “E anche in tante altre occasioni”, dice Lattuca con un sorriso commosso.

A pranzo, nel classico ‘da Bertino’ a Bologna, tortellini in brodo di cappone, come vuole la tradizione emiliana. “E una bottiglia di sangiovese, perché siamo romagnoli”, conclude Lattuca ripensando alla tavola propiziatoria. Pareva già una festa. E festa è.