Domenica 1 Dicembre 2024
DAVID ALLEGRANTI
Politica

I tormenti in casa Pd: si riapre il dibattito interno. Ma il problema è il M5s

La corrente di Bonaccini chiede le primarie per i candidati al Parlamento. Al Nazareno occhi puntati sull’alleato precipitato nel caos

Roma, 2 dicembre 2024 – Il 2024 si è elettoralmente concluso con le Regionali in Umbria e in Emilia-Romagna. Ma per il Pd la campagna è appena ricominciata. Anche perché nel 2025 altre Regioni importanti andranno al voto (dal Veneto alla Campania) e prima o poi, anche se l’obiettivo è lontano, ci saranno pure le elezioni politiche. Sicché nel partito di Elly Schlein è stato riaperto, senza troppi scossoni, il bandone del dibattito pubblico. Nel fine settimana l’europarlamentare del Pd Stefano Bonaccini ha riunito la sua corrente, Energia Popolare, per un convegno dal titolo Costruire l’alternativa (e «alternativa», va da sé, potrebbe avere una doppia valenza; nei confronti di Giorgia Meloni, sì, ma anche di Schlein).

Il presidente del Pd Stefano Bonaccini con la segretaria dem, Elly Schlein
Il presidente del Pd Stefano Bonaccini con la segretaria dem, Elly Schlein

“Se non verrà modificata la legge elettorale e ripristinate le preferenze, chiederemo le primarie per scegliere i futuri candidati del Pd al Parlamento”, ha detto l’ex presidente della Regione Emilia-Romagna. D’altronde anche il Pd ha un problema, come altri partiti, di selezione della classe dirigente e in particolare ce l’ha l’attuale segretaria, che al di là dei vecchi schieramenti congressuali dovrà far eleggere personale politico schleinianamente nativo. Per ora ha ereditato gruppi parlamentari con mille vite precedenti alle spalle, mentre sui territori, nel frattempo, tra elezioni locali e regionali, la situazione potrebbe essere diversa. La proposta di Bonaccini sembra dunque essere un invito a non colonizzare le prossime liste elettorali con i Soc (gli Schleiniani di Origine Controllata). Ecco perché, se fosse seria e concreta, potrebbe persino rappresentare una sfida alla segreteria nazionale: contiamoci, pesiamoci, sfidiamoci.

La ripresa del dibattito interno, la cui normalizzazione è andata avanti – salvo divergenze sulla politica estera – da quando Schlein è diventata segretaria, è stata preceduta tuttavia dalla preoccupazione rappresentata dal M5s. Un tempo il Pd poteva essere preoccupato per la competitività dell’ex partito di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio.

Adesso a turbare l’animo del centrosinistra è il caos in cui il partito di Giuseppe Conte è precipitato. Per il partito degli scontrini finire nel girone infernale delle battaglie legali, paralegali e affini è un sontuoso contrappasso. Ma per il Pd è un grosso problema avere un alleato così ingestibile, dall’equilibrio psico-politico precario. Un alleato che potrebbe rivelarsi inaffidabile nel momento in cui c’è bisogno non soltanto di unità, ma di procedere senza ondeggiamenti emotivi. Un alleato, peraltro, che ha cercato di condizionare pesantemente la costruzione delle alleanze in qualche elezione regionale determinante. Si pensi soltanto alla disapprovazione di Conte verso Matteo Renzi e Italia viva (il recente caso ligure è sufficientemente rappresentativo). Bonaccini al convegno di EP ha detto «basta» ai veti del M5s e tra i relatori c’era anche Maria Elena Boschi, deputata di Italia viva, unica non del Pd presente. “Chi continua a dire: “Con Italia Viva no“ crea le condizioni della Liguria e della Basilicata”, ha detto Boschi, che è stata anche applaudita dalla platea bonacciniana: «Chi accoglie tutti crea le condizioni dell’Emilia-Romagna e dell’Umbria. E questo tema riguarda anche voi, gli amici di Energia Popolare, non solo noi di Italia Viva». Dopo mesi di quiete, dunque, il dibattito pubblico nel centrosinistra sembra essere ricominciato. Niente di rivoluzionario, invero, ma almeno è l’inizio di un sussulto.