Venerdì 22 Novembre 2024
COSIMO ROSSI
Politica

Il dossier europeo. Tanta politica estera, finanziamenti a Kiev e poca competitività

Le 104 pagine pubblicate da Camera e Senato per istruire il dibattito. I piani dei prossimi 5 anni dell’Unione. Solo accenni a riforme e migranti.

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, verso la riconferma (Epa)

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, verso la riconferma (Epa)

Strasburgo, 27 giugno 2024 – Fosse per la sostanza la maggioranza avrebbe ben di che approvare l’agenda del prossimo quinquennio europeo. E sarebbero piuttosto i socialisti del Pd ad aver motivo di sollevare obiezioni. Ma la forma dell’intesa tra popolari, socialisti e liberali a scapito del governo italiano e dei conservatori di Ecr ha mandato in secondo piano il dossier distribuito ieri da Camera e Senato per il dibattito in aula sul Consiglio europeo di oggi e domani.

Basta chiedere agli uffici e i parlamentari: nessuno o quasi si è avveduto delle 104 pagine di documentazione fornite dagli uffici studi per istruire il dibattito. Eppure la sostanza non manca. Sin dalle proporzioni degli spazi dedicati a ciascuna questione si desumono le priorità per la legislatura europea 2024-29. Dopo prime 30 pagine dedicate alla guerra in Ucraina e le sanzioni alla Russia, altre 10 sono per il conflitto israelo-palestinese e altrettante alle aree calde a est (Georgia, Montenegro, Mar Rosso, Moldavia, minacce ibride), seguite da 15 pagine che trattano i numerosi aspetti e interventi in tema di difesa comune. Il resto sono una decina di pagine sulla Competitività, un po’ meno sui migranti e un’altra decina sul prossimo ciclo istituzionale.

Certo, il tema del green new deal continua a rimanere ostico per Meloni e la sua maggioranza. Ma non si può dire che sia trattato in modo deciso. Gran parte degli aspetti relativi alla competitività e l’integrazione del mercato comune appaiono anzi in un elenco di buoni proposito generici e scontati. "La realizzazione di un mercato unico pienamente integrato" elenca la necessità di "ridurre le dipendenze strategiche in settori quali energia, materie prime critiche, salute, digitale, prodotti alimentari, le tecnologie, chimica, biotecnologia e spazio". E in quest’ottica si richiamano i documenti redatti da Draghi e Letta sull’"unione dei mercati", l’unione bancaria e il profilo sociale del mercato unico.

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Ma il grosso sono il sostegno alla guerra in Ucraina e le politiche di difesa. Ampio spazio viene dedicato al finanziamento militare e civile di Kiev (100 miliardi in tutto finora). Anche la Banca europea degli investimenti "rinuncerà al requisito richiesto per erogare fondi, e cioè che i progetti derivino più del 50% delle entrate previste da uso civile". Perciò anche "i progetti e le infrastrutture utilizzati dalle Forze armate che servono esigenze civili, potranno beneficiare dei finanziamenti".

Capitolo rilevante riguardo al "nuovo patto sulla migrazione e l’asilo" destinato a superare quello di Dublino, che prevede nuovi regolamenti non solo sull’asilo, ma anche sulle situazioni di crisi per la protezione temporanea, sui dati biometrici e sugli accertamenti alle frontiere esterne "applicabili nei confronti di tutti i cittadini di Paesi terzi che non abbiano i requisiti previsti dal codice frontiere Schengen per l’ingresso nel territorio dell’Unione".