Roma, 29 dicembre 2019 - "Che cosa ci faccio oggi io nel Movimento? Io sono come Spirit, il cavallo selvaggio, e d’altra parte loro mi avevano preso per questo. Io sono oggi quello che loro erano alle origini e che ora non sono più perché il sistema li ha addomesticati...". Il senatore M5s Gianluigi Paragone promette battaglia. Non vuole essere domato e ce la metterà tutta – giura – per dimostrare al Movimento 5 stelle che oggi ha perso la sua anima e che così com’è ora "non serve a nulla".
Paragone, la espelleranno comunque?
"Ci proveranno, certo. Forse ce la faranno pure, ma poi metterò in evidenza che il collegio dei probiviri è composto da persone che sono incompatibili, come la ministra Dadone che non può essere ministro e probiviro insieme, poi mi appellerò all’espulsione e a quel punto se la prenderanno comoda e io dovrò andare dal ministro della Giustizia Bonafede a dirgli che lui non è in grado di garantire tempi certi di giustizia neanche all’interno del Movimento. E se tutto questo poi non dovesse bastare, allora resterà sempre la giustizia ordinaria. Perché se tutti quelli che non hanno pagato, come, invece, ho fatto io, hanno disatteso la regola della rendicontazione non verranno espulsi, allora vorrà dire che tutto questo è solo una truffa".
Lei è duro, Paragone. Ma dove sta andando adesso il Movimento?
"In questo momento si è accucciato – nella sua parte di governo – all’area progressista di questo Paese, mentre un’altra parte non sa di preciso dove andare e c’è ancora una terza parte che, come me, è rimasta alle radici di nucleo politico antisistema che a mio giudizio stava meglio con la Lega perché insieme rappresentavano meglio le forze antisistema. Non ha visto come l’Europa si interfacciava con il precedente governo? E invece, guardi come parla a questo...".
Quindi lei ritiene che il Movimento stia meglio a destra?
"Io non voglio un Movimento organico alla destra o alla sinistra, si può stare anche a sinistra ed essere antisistema comunque, ma oggi vedo solo un M5s a cui il sistema è riuscito tranquillamente a mettere il guinzaglio e la museruola e che non considera più pericoloso, ma solo come una forza politica di passaggio. La rabbia del Paese, quella che ci aveva dato forza all’inizio, però sta ancora tutta lì. E le sardine sono prive di rabbia politica, per questo non mi piacciono, hanno una narrazione poetica della politica che non può rispondere a chi vede che si tutelano ancora le élite e non chi lavora".
Se il Movimento oggi ha perso la forza delle origini è anche perché la leadership di Luigi Di Maio è fragile...
"Ma la forza di Luigi sta nel fatto che la sua debolezza è comunque più forte della somma delle debolezze di tutti gli altri. È per questo che non c’è alternativa oggi a Luigi anche se lui non controlla più i gruppi e di fatto non sa dove portare il Movimento. E perde progressivamente peso".
Fioramonti potrebbe essere un leader anti-Di Maio?
"Lo escludo, anche se non spetta a me dare giudizi, ma non vedo in lui un anti-Di Maio. Certo, fa sorridere che proprio il Movimento, che era contro il poltronificio, alla fine abbia spacchettato il Miur in due solo per una questione di poltrone. Anche questo mi pare un paradosso rispetto a quello che era il Movimento alle origini".
Fatte tutte queste considerazioni, quanto può durare ancora il governo se Di Maio non controlla più i gruppi e si sta per formare un gruppo dei ‘contiani’?
"Questo governo può durare un giorno o tre anni, ma resta il fatto che il Movimento ha rinnegato se stesso. E io farò di tutto per metterli davanti a questo tradimento".