Roma, 9 dicembre 2023 – “Troppe polemiche, e la scuola ha bisogno di serenità”. Così il ministro Valditara ha motivato la sua decisione di revocare la nomina alle tre ‘garanti’ del progetto ‘Educazione alle relazioni’, nato per contrastare la violenza in classe. Nomina che lui stesso aveva ufficializzato pochi giorni fa e che aveva sollevato un polverone di polemiche in ambienti politici cattolici di destra. ‘Pietra dello scandalo’ è stato l’incarico di coordinatrice del progetto ad Anna Paola Concia, che sarebbe stata affiancata – secondo l’idea originaria – da suor Monia Alfieri e Paola Zerman. Il nome dell’ex deputata del Pd (da sempre militante a a sinistra), nota attivista Lgbt e promotrice dei diritti delle donne, ha scatenato dei forti mal di pancia in maggioranza.
Pro Vita contro Concia: “No a rieducazione affettiva”
All’inizio ci sono state le rimostranze di Pro Vita e Famiglia, onlus che sostiene la “famiglia tradizionale”, anti-abortista e anti eutanasia, a cui membri del governo sono vicini. Pro Vita ha addirittura lanciato una petizione contro la “'rieducazione affettiva' nelle scuole italiane, men che meno portato avanti da una rispettabile ex deputata Pd e attivista Lgbtqxyz come Anna Paola Concia”. “La Libertà Educativa dei genitori è un principio non negoziabile”, sottolinea il portavoce Jacopo Coghe, e “l'Italia è uno dei Paesi con il minor tasso di omicidi di donne in tutta l'Unione europea: questo significa che l'educazione che i ragazzi ricevono in famiglia funziona molto meglio che altrove”.
La Lega: “Nome divisivo”
Poi la presa di posizione esplicita delle forze di governo, in primis la Lega, il partito di Valditara. "Non c'è bisogno di nomi o soluzioni divisive per educare alle relazioni, soprattutto se rischiano di alimentare polemiche”, sentenziava ieri sera Simona Baldassarre, Responsabile del Dipartimento Famiglia del Carroccio. “Per educare gli alunni ci sono un ministero efficiente e ben guidato, straordinari insegnanti e soprattutto le famiglie”.
Anche Fratelli d’Italia ha detto la sua, per bocca di Maddalena Morgante, deputato di Fratelli d'Italia e responsabile nazionale del dipartimento Famiglia e valori non negoziabili del partito. “Non avrei scelto Anna Paola Concia: è una bravissima persona, ma non vedo perché debba essere lei a occuparsi di questo progetto. Su questo non sono d'accordo con l'amico leghista Valditara, ha asserito la parlamentare, mentre altro pilastro del partito, ha esercitato il suo ruolo di presidente del Senato, telefonando alla Concia per esprimerle “vicinanza umana”.
Il Pd: “Voltafacci svelano chi comanda”
Critiche al ministro piovono dalle opposizioni. "l voltafaccia di Valditara svela ancora una volta che forze che comandano nel Governo Meloni. Ci va di mezzo una persona degna ed equilibrata come Anna Paola Concia che avrebbe potuto dare un vero contributo con la sua profonda conoscenza del mondo della scuola e con la sua competenza sul tema della violenza contro le donne”, afferma la deputata Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Pd. Da Davide Faraone di Italia Viva accuse bipartisan: “Il populismo di destra e di sinistra ha ottenuto il suo scalpo: il passo indietro del ministro Valditara è un brutto segnale".
“Concia: capisco il ministro, massimalisti a destra e sinistra”
Anche la diretta interessata, che attualmente coordina il comitato organizzatore di Didacta Italia – spinf off di un importante progetto educativo tedesco – biasima "ambienti massimalisti della destra e della sinistra” per i due giorni dei polemiche: “Capisco la decisione del Ministro Valditara e lo ringrazio della fiducia accordatami: è per me evidente che non esistono le condizioni per svolgere il lavoro equilibrato e dialogante che mi ero proposta insieme alle altre due garanti del progetto 'Educazione alle relazioni. Resto convinta che solo il confronto tra matrici culturali differenti possa produrre linee guida efficaci e non divisive sul tema del rispetto della libertà delle donne”.