Onorevole Matteo Orfini, la segretaria Elly Schlein non si è particolarmente scomposta per la fuoriuscita del gruppo ligure dal Pd che suscita l’allarme dei riformisti...
"Comunque la si pensi, andare via dal Pd in questo momento è un errore. Siamo la forza principale per costruire l’opposizione alla destra: non serve indebolire questa battaglia. Dopodiché, di fronte a ogni addio, oltre al dispiacere personale, penso ci si debba interrogare sulle ragioni di un disagio. Penso che il Pd, oggi come ieri, sia un luogo dove ci si può sentire a casa propria sia da maggioranza che da minoranza".
Il fatto che la legittima rivendicazione di un indirizzo politico da parte della segretaria si trasformi in un problema di agibilità non denuncia una difficoltà di rapporti interni?
"È dovere di chi resta e dirige il Pd cercare di capire il disagio ed evitare che queste cose si ripetano. Bisogna stare attenti a non dare l’idea di considerarlo fisiologico. Il Pd nasce come partito in cui hanno casa tutti coloro che si sentono di centrosinistra. Non significa che tutti la debbano pensare allo stesso modo né che il gruppo dirigente non abbia diritto di imprimere una direzione di marcia".
La discussione sul paventato referendum sul Jobs Act può aver esacerbato gli animi?
"Stiamo parlando di una cosa che non esiste: non c’è un quesito né una raccolta di firme. Esiste invece un governo di destra a cui fare l’opposizione per mille ragioni. Impegnerei il partito a costruire l’alternativa alla destra. Sennò rischiamo di non essere dove i cittadini vogliono trovarci. Ogni volta il governo fa una torsione populista e reazionaria: pensiamo al decreto Caivano. Invece di discutere di cose che non esistono, dovremmo costruire queste battaglie".
Non si sono sentite voci forti dal Pd contro il decreto...
"È un testo incivile e aberrante. Segno di una destra che non ha alcuna voglia di affrontare il disagio e la devianza minorile. La risposta vera, ovviamente, è la scuola. Un governo che vuol rispondere davvero fa un decreto che metta più risorse sulla scuola, non che favorisce la carcerazione. C’è una differenza tra queste due risposte? Sì. È la differenza tra destra e sinistra. Mi chiedo, peraltro, se i liberali del centrodestra siano davvero d’accordo su questo populismo penale per cui tutto si risolve con la galera. Oggi il tema è come si risponde a un governo che si accinge a una legge di Bilancio che impoverisce tutti su sanità, scuola, lavoro".
La Cgil farà una consultazione sullo sciopero generale...
"Il sindacato fa il sindacato. Noi siamo un partito. Dobbiamo offrire un’alternativa per milioni di lavoratori poveri: e infatti abbiamo proposto il salario minimo. Ma ci sono anche sofferenze del lavoro autonomo e imprenditori esposti all’aumento delle materie prime. Questa maggioranza ha promesso di tutto e non riesce a far nulla. Persino sui terreni per loro più facili, come i migranti, questa è stata l’estate del fallimento. A tagliare i fondi, smantellare l’accoglienza diffusa, far la guerra alle Ong, invece di governare il fenomeno, come facevamo noi, hanno prodotto una catastrofe. Dedicherei la nostra attenzione a contrastare il governo proponendo un’alternativa e preparandoci alle Europee e le Amministrative".