Sabato 21 Dicembre 2024
DEBORAH BONETTI
Politica

LO STUDIO / Niente sonno per i numeri uno. Churchill, Obama e le lunghe notti bianche

Studio inglese svela il segreto dei potenti: solo poche ore sul cuscino

Obama (LaPresse)

Londra, 19 febbraio 2015 - CHI DORME non piglia pesci; lo dice chiaro il proverbio e lo dimostrano i cicli notturni dei leader mondiali della storia, che in comune avrebbero tutti avuto una cosa: il riposo breve. Un nuovo studio inglese ha rivelato infatti che ad accomunare personaggi come Margaret Thatcher, Winston Churchill, Barack Obama e Napoleone, per nominarne appena alcuni, non sarebbe stato altro che la loro incredibile capacità di rigenerarsi dormendo pochissimo. Altro che le 8 ore tanto raccomandate dagli esperti. Per conquistare il mondo, a quanto pare serve sapersi destreggiare con circa la metà.

La Lady di ferro inglese, per esempio, aveva una reputazione temibile anche grazie al fatto che dormiva solo 4 ore per notte, cosa citata con ammirazione anche dai suoi nemici più ostili. Le stesse ore le dormiva anche un altro primo ministro inglese, Winston Churchill, che poi recuperava con un mega-sonnellino post-prandiale di circa 90 minuti. Churchill, che si è spento a 90 anni suonati, spesso invitava il suo gabinetto di guerra a visitarlo nella sua camera da letto, dove proseguiva a parlare di strategia e di politica, con diverse bottiglie di whisky e champagne, fino al mattino. Un altro che non dorme molto è il presidente americano, Barack Obama, che mira alle 6 ore di sonno quotidiano, anche se è raro che riesca a farle. Tra i nostri politici, pare che Giulio Andreotti fosse quello che dormiva meno, con Berlusconi e Tremonti. E, se usciamo dalla politica, troviamo il miliardario americano Donald Trump, che si arrangia con 3-4 ore di sonno al dì, le stesse caldeggiate dall’inventore Thomas Edison (il papà della lampadina) e dal grande scienziato Isaac Newton. Uno degli esempi più straordinari di “insonnia” è quello di Leonardo da Vinci, che dormiva soltanto 20 minuti ogni 4 ore. Il suo metodo è stato studiato a lungo dagli scienziati, che l’hanno battezzato “ciclo Uberman”, a differenza del “ciclo Dymaxion”, utilizzato dall’architetto americano Buckminster Fuller, che prevede una pennichella di mezz’ora ogni 6 ore. Anche il ritmo di riposo churchelliano ha un nome specifico, ovvero “ciclo siesta” e fa parte dei diversi cicli di sonno “polifasico” che stanno mettendo in crisi il modello tradizionale, ovvero quello “monofasico”, che raccomanda dalle 7 alle 9 ore di sonno filate. Per anni ci è stato infatti ripetuto che, chi non dorme 8 ore rischia di essere più cagionevole, più distratto, più malaticcio e persino più grasso. Senza parlare del maggior rischio, corso dall’insonne, di contrarre l’Alzheimer, il diabete, problemi di cuore e, in sostanza, una morte prematura. Eppure una rapida occhiata alla galleria di personaggi che dormivano poco pare smentire buona parte di queste accuse.

Ma allora per essere un genio bisogna per forza non dormire mai? I dormiglioni possono consolarsi con le parole di Bill Gates (fondatore di Microsoft), secondo il quale 7-8 ore di sonno al giorno sono necessarie per dare il massimo delle proprie capacità. E come lui la pensano tanti altri leader contemporanei, tra cui Sheryl Sandberg (ceo di Facebook), Jeff Bezos (fondatore di Amazon) e Kevin Systrom (co-fondatore di Instagram).