È morto tre mesi prima della pensione. Antonio Russo, operaio edile di 63 anni, originario di Giugliano di Napoli, è deceduto nel cantiere della metropolitana. Un’altra morte sul lavoro, venti dall’inizio dell’anno in Campania. La scena della tragedia è stavolta il cantiere di Capodichino (Napoli) in viale Fulco Ruffo di Calabria, dove ieri pomeriggio, poco dopo le 15, si è verificato un terribile incidente nel quale ha perso la vita l’operaio e sono rimasti feriti due suoi colleghi di 59 e 54 anni, quest’ultimo in maniera grave. Ancora da chiarire i dettagli della dinamica, ma dai riscontri sembra che l’incidente sia stato causato dal deragliamento di un carrello trasportatore su cui viaggiavano i tre operai che stavano percorrendo la galleria che dovrebbe, una volta completata, collegare la fermata di Poggioreale con quella dell’aeroporto di Capodichino. Il cantiere era gestito in subappalto dalla ditta ‘Sinergo’ che aveva ricevuto il lavoro dalla Metropolitana di Napoli, concessionaria dei lavori della Linea 1. "Forse c’è stato un guasto ai freni", ipotizza il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. Saranno i magistrati e l’Ispettorato del Lavoro a stabilire cosa è davvero successo, e soprattutto perché il ‘trenino’ su cui viaggiavano i tre operai ha preso folle velocità e non si è più fermato fino a deragliare. Due si sono salvati saltando giù un attimo prima; Russo, invece, è rimasto sul vagone ed è morto. Un quarto operaio, che ha assistito alla tragedia, ha dato l’allarme. Per quanto riguarda i feriti, il 54enne Michele Pannone ha riportato un trauma cranico ed è ricoverato all’Ospedale del Mare in codice rosso. Salvatore Agliottone ha riportato invece una frattura a una gamba e contusioni al costato: è al Cardarelli in prognosi riservata. "Abbiamo lavorato 6 anni assieme – ricorda il collega accorso con le due figlie del morto –. Una tragedia enorme. Non sono mai emerse irregolarità in questo cantiere". "È il secondo incidente nello stesso cantiere in pochi mesi – dice invece il segretario della Cgil di Napoli, Nicola Ricci – . Tutto ciò è inaccettabile.
Nino Femiani