Roma, 18 luglio 2018 - E' un attacco durissimo al Made in Italy e a gran parte delle eccellenze della produzione enogastronomica italiana. L’Organizzazione mondiale della sanità sta pensando di tassare olio d’oliva, Parmigiano reggiano, Grana, prosciutto e persino il vino, equiparandoli ai cibi dannosi per la salute e scoraggiandone il consumo. Presto, in gran parte del mondo, questi prodotti potrebbero essere accompagnati da immagini choc e da etichette che ne sottolineano i rischi. Un tocchetto di Parmigiano come un pacchetto di sigarette mentre, al contrario, sarebbero salvi tutti i prodotti dietetici e poveri di zuccheri delle multinazionali, come ad esempio le bibite gassate ricche di aspartame. Il paragone fa venire i brividi e sebbene l’iniziativa sia meritoria – ridurre di un terzo entro il 2030 le malattie che favoriscono il cancro, il diabete e le malattie cardiovascolari – la risoluzione dell’agenzia delle Nazioni Unite è potenzialmente esplosiva per l’export agroalimentare della penisola che nel 2017 ha raggiunto il record di 41 miliardi.
L'intera filiera è sul piede di guerra. La Ferrero è mobilitata da tempo, al pari dei produttori di salumi dell’Emilia e agli altri nostri marchi storici. E chi della promozione del Made In Italy ne ha fatto un programma di governo è letteralmente su tutte le furie: «Siamo alla pazzia pura – ha commentato Gian Marco Centinaio –. Non posso credere che i nostri eccellenti prodotti vengano considerati come i prodotti chimici che spesso vengono venduti nei supermercati americani. Se davvero siamo sotto attacco – ha sottolineato il ministro – sono pronto a contrattaccare, non intendo fare alcun passo indietro». Furiosi anche tutti i rappresentanti del mondo agricolo. Secondo il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo «all’ Onu sotto il pressing di poche multinazionali si cerca di affermare un sistema di etichettatura fuorviante e discriminatorio che finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle nostre tavole, per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta, si arriva addirittura a colpire anche l’extravergine di oliva, considerato un elisir di lunga vita e il simbolo della dieta mediterranea».
Il presidente di Copagri Franco Verrascina «invita il governo a mobilitarsi per evitare una tassa che, secondo uno studio dell’Istituto di affari economici, comporterebbe una maggiore spesa annua di circa 546 euro per famiglia». Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti spiega: «Siamo preoccupati. Un provvedimento di questo genere avrebbe effetti devastanti proprio sulla dieta mediterranea, patrimonio dell’umanità Unesco». Qualcosa di simile è successo con le etichette a semaforo in Gran Bretagna e Francia. Dino Scanavino, presidente di Cia annuncia: «Siamo davvero stupiti di questo attacco. I veri prodotti Made in Italy sono sani e garantiti da una filiera di produzione definita e certificata». Il D-Day di questa battaglia sarà il 27 settembre quando i Capi di Stato e di Governo saranno presenti a New York all’Assemblea delle Nazioni Unite per prendere una decisione.