Lunedì 17 Marzo 2025
Gabriele Canè
Gabriele Canè
Politica

Oltre ai cannoni saranno necessari anche gli uomini

Una cosa è l’eventuale contingente a garanzia di una tregua in Ucraina, un’altra è il complessivo riarmo europeo.

Un momento della manifestazione 'Una piazza per l'Europa' a Piazza del Popolo, Roma (Ansa)

Un momento della manifestazione 'Una piazza per l'Europa' a Piazza del Popolo, Roma (Ansa)

Roma, 17 marzo 2025 – Prima di tutto cerchiamo di non confondere: un conto è l’eventuale, e per ora non richiesto contingente a garanzia di una tregua in Ucraina, altro è il complessivo riarmo europeo. Problemi che si incrociano nelle video conferenze dei leader: ipotesi a breve il primo, progetto di lungo respiro il secondo. Per il quale occorrono volontà politica e disponibilità economiche. Sulla prima, nei 27 le sensibilità sono diverse, ma i principali Paesi e buona parte delle opinioni pubbliche, Italia compresa, sono concettualmente d’accordo. Certo, in ordine sparso anche al proprio interno, rispetto alle linee ufficiali. Da noi, ad esempio, abbiamo i "vivaisti" che vogliono i cannoni, ma pieni di fiori, e i rigoristi lapidari come Giorgetti: "Non un euro di debito europeo per comprare armi e missili". Posizione che incrocia i presupposti di partenza in una matassa che la premier dovrà dipanare.

Certo, la difesa non può essere solo un problema di cassa. L’aggressività russa, l’ipotesi di un disimpegno Usa, hanno cambiato scenari ed equilibri. Dal passato emergono però esempi virtuosi: quando nel 1977 l’Urss puntò a Ovest i missili, l’Europa seppe rispondere schierando gli euromissili verso Mosca, e congelando le mire sovietiche. Oggi il tema si ripropone, e la risposta non può che essere analoga. Poi ci sono le spese, cioè i debiti che ognuno dovrebbe fare. Noi ne abbiamo più di tutti, e dunque la cautela è d’obbligo. Perché per il riarmo non servono solo i cannoni, ma pure gli uomini. Non è un caso che nella Ue si riapra il dibattito sulla leva, operazione delicata e costosa. Secondo un sondaggio del Parisien, l’86 per cento dei francesi è favorevole al servizio militare. Da noi prevale il no. La Svizzera, neutrale da secoli, mette un fucile in mano a tutti i giovani, a conferma che se vuoi la pace devi essere pronto alla guerra. E che per non farla, qualcosa devi comunque spendere.