Roma, 29 novembre 2024 – E, alla fine, il giorno dello sciopero generale è arrivato. Come i tre precedenti degli ultimi anni, è uno stop da separati in casa per il movimento sindacale, con Cgil e Uil mobilitate per la riuscita della protesta e la Cisl che non partecipa all’iniziativa proclamata contro la manovra del governo Meloni. Una iniziativa di protesta che vede in prima fila, nelle piazze e nei cortei delle città, anche i vertici del Pd (Schlein sarà a Roma) e delle altre opposizioni.
A tenere banco, alla vigilia, è di nuovo, però, lo scontro tra il vicepremier Matteo Salvini e i leader sindacali Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri. A innescare l’ultima contesa è la decisione del Tar di respingere per ora il ricorso contro la precettazione per il settore dei trasporti presentato da due sindacati autonomi. In attesa della risposta a Cgil e Uil, che anche si sono mosse per il ricorso, le modalità della protesta non cambiano. Ma la battaglia va avanti, mentre il Garante difende il proprio intervento: "Applichiamo la legge".
L’articolazione dello sciopero generale rimane, pertanto, quella definita dopo l’ordinanza firmata dal ministro Salvini: stop di 8 ore per tutti i settori pubblici e privati (dalle fabbriche alla scuola e alla sanità), a eccezione dei trasporti, comparto nel quale proprio a seguito della precettazione, viene ridotto a 4 ore per il trasporto pubblico locale (bus e metro dalle 9 alle 13), il trasporto marittimo (anche dalle 9 alle 13) e aereo (dalle 10 alle 14). Restano esclusi dallo stop i treni.
È il Mit che fa subito sapere della decisione del Tar di respingere il ricorso d’urgenza presentato da alcuni sindacati e Salvini coglie la palla al balzo per esprimere "grande soddisfazione": "Difendo il diritto alla mobilità degli italiani. E dico che chi sciopererà oltre i limiti ne risponderà personalmente". "Abbia rispetto del diritto di sciopero", ripete il segretario generale della Uil, Bombardieri, che gli replica anche sul ricorso: "Il Tar non si è ancora espresso su quello presentato da noi. Salvini la butta in caciara".
Mentre il leader della Cisl, Luigi Sbarra, torna a respingere una protesta "populista, dal sapore politico e partitico: un grande errore che pesa sui lavoratori". Il Garante degli scioperi, però, in audizione alle commissioni Trasporti e Lavoro della Camera, spiega: "Noi applichiamo le regole di legge, gli scioperi devono essere distanziati. E c’è una delibera che vieta la concentrazione nel settore dei trasporti. Cgil e Uil non si sono adeguate", afferma la presidente della Commissione di garanzia sugli scioperi, Paola Bellocchi, sottolineando, appunto, che la giornata del 29 novembre "era già prenotata da un altro sciopero generale proclamato da due confederazioni sindacali di base Sgb e Cub, prima di quello di Cgil e Uil. C’era la possibilità di scegliere una data alternativa".
Cgil e Uil, da parte loro, ripetono di aver rispettato le norme e di aver escluso il settore ferroviario, visto che già nello scorso fine settimana c’è stato un altro stop per i treni (la regola della rarefazione oggettiva richiede un intervallo di 10 giorni tra uno stop e l’altro), ma di non aver escluso l’intero settore dei trasporti non riconoscendo la delibera sulla concentrazione tra scioperi nei trasporti. Ma per l’Autorità, così si sarebbe "determinata una violazione del diritto alla mobilità degli utenti". Quindi, spiega ancora il Garante, i sindacati di base "Sgb e Cub hanno impugnato l’ordinanza di precettazione, perché il loro sciopero non presentava irregolarità", ma "alla fine sono stati coinvolti nella riduzione a 4 ore". E, aggiunge, "se ci fosse stato solo il loro sciopero, i trasporti non sarebbero stati compromessi più di tanto, il problema è la forza delle grandi confederazioni".