Il decreto legge che cambia le regole degli ingressi regolari degli immigrati per lavoro è di fatto pronto, ma, come spiega il sottosegretario alla Presidenza, Alfredo Mantovano, richiede "qualche affinamento e qualche precisazione che avverrà in maniera auspicabilmente conclusiva al prossimo Cdm". Una formula per dire che ci sono riserve da parte di alcuni ministri, a cominciare da quello della Giustizia, su punti che sono stati aggiunti nel provvedimento e che riguardano, soprattutto, l’allargamento delle possibilità di trattenimento dei richiedenti asilo (con la facoltà per il questore di accedere allo smartphone dell’immigrato su autorizzazione della magistratura se non dichiara la sua identità) e la previsione di un giro di vite sugli aerei delle Ong impegnati nella ricerca di migranti nel Mediterraneo. Tutto questo mentre dalla Germania il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, proprio sull’immigrazione avvisa che "non ho titolo per esprimermi sulle forze politiche" di estrema destra, "ma una cosa posso dirla: qualcuno propone una risposta facile ma ingannevole". Al contrario – spiega – "riusciremo a risolvere il problema organizzando ingressi regolari per chi vuole venire a lavorare". Ma torniamo al decreto cosiddetto flussi. Le principali novità sulle regole di ingresso dei flussi regolari, contenute nella bozza di 17 articoli presentata in Consiglio dei ministri, riguardano l’ampliamento dei click day durante l’anno per i differenti settori, dal turismo all’agricoltura, dalla manifattura al lavoro domestico (con 10 mila posti in più per le badanti), la precompilazione delle domande per individuare i fabbisogni reali di manodopera, l’introduzione di un tetto massimo alle domande per ogni datore di lavoro, la previsione di controlli automatizzati per escludere le richieste infondate e verifiche a tappetto successive contro le infiltrazioni della criminalità organizzata, fino alla previsione di una raffica di semplificazioni amministrative e di digitalizzazione dei contratti di lavoro.
I punti critici che sono rimasti aperti, toccano, invece, innanzitutto le norme per rendere più agevole il trattenimento dei richiedenti asilo, in vista dell’imminente apertura dei centri in Albania, prevista per metà ottobre. È stabilito che il richiedente può essere trattenuto "qualora non abbia consegnato il passaporto o altro documento in corso di validità o non presti idonea garanzia finanziaria, ovvero nelle more del perfezionamento della procedura concernente la prestazione della garanzia finanziaria".
In discussione anche la norma che stabilisce che il richiedente asilo ha l’obbligo di cooperare con le autorità italiane per l’accertamento della sua identità "e di esibire o produrre gli elementi in possesso anche se detenuti sui dispositivi elettronici mobili, relativi all’età, all’identità, alla cittadinanza, nonché al Paese o ai Paesi in cui ha soggiornato in precedenza". E se il migrante non coopera, si aggiunge, "il questore può richiedere all’autorità giudiziaria l’autorizzazione all’accesso ai dispositivi elettronici mobili in suo possesso".
Non meno sotto la lente è la norma che prevede una stretta sugli aerei delle Ong impegnati nella ricerca di migranti nel Mediterraneo: si prevede che i velivoli avvertano "immediatamente e con priorità" gli enti competenti per l’area attenendosi alle loro indicazioni. Multa fino a 10mila euro e fermo dell’area per chi viola le disposizioni.