Napoli, 25 gennaio 2025 – Il ministro della Giustizia Carlo Nordio è stato accolto con una protesta a Napoli da parte dell’Associazione nazionale magistrati, che si oppone alla riforma che propone la separazione delle carriere. Il guardasigilli si trova nel capoluogo partenopeo per la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte d’appello. La dimostrazione è cominciata già fuori le mura di Castel Capuano, il vecchio tribunale che ospita l’evento. I giudici indossavano la toga e una coccarda tricolore al petto, mentre reggevano cartelli con una frase di Pietro Calamandrei: “In questa Costituzione c'è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato. Questa non è una carta morta è un testamento, un testamento di centomila morti. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, è nata la nostra Costituzione”. Non solo: a cerimonia iniziata, mentre risuonava l’Inno di Mameli, i magistrati hanno alzato la copia della Costituzione che tenevano tra le mani. Quando il ministro parlerà, ci si aspetta che i giudici lascino la sala. Fa rumore, inoltre, l’assenza del procuratore capo Nicola Gratteri: “Resto qui in ufficio a lavorare perché non ritengo utile la mia presenza, dato che nel corso di tutto questo tempo, mesi e anni, nessuno ha chiesto e ha voluto un confronto per discutere sul piano pratico, tecnico e giuridico della riforma”.
Le ragioni della protesta
“È una riforma negativa perché allontana i pm dalla giurisdizione, cioè dal giudice” e che “non risolve il problema della giustizia”, lamentano i dimostranti. "Toccare l'ordine giudiziario – spiega Paola Cervo del Comitato direttivo centrale dell’Anm – significa toccare uno dei tre poteri dello Stato, modificare l'assetto costituzionale della giurisdizione è un danno per i cittadini nell'interesse dei quali noi cerchiamo di ottenere attenzione”. “La riforma viene veicolata con slogan – ha aggiunto – ci si limita a parlare della separazione delle carriere e si distoglie lo sguardo dal fatto che la separazione delle carriere non risolverà nessuno dei problemi che sperimentiamo quotidianamente in aula. Si dimentica inoltre di parlare di cosa accadrà al Consiglio superiore della magistratura che viene sdoppiato, ci si dimentica di dire che la politica assumerà il potere di decidere i nostri procedimenti disciplinari con una rottura frontale della separazione dei poteri e non è quello che i costituenti ci hanno consegnato”.
Le parole di Nordio
“Sono un ex magistrato, ho visto morire colleghi, ho seguito processi sulle brigate rosse. Non si può pensare che il mio obiettivo sia l'umiliazione della magistratura – ha dichiarato il ministro Nordio nel suo discorso – Si tratta di una riforma solo tecnica. È stucchevole la rievocazione di Falcone che era favorevole alla separazione delle carriere”. “Le manifestazioni di dissenso sono benvenute – ha comunque aggiunto – Quindi ringrazio tutti per una manifestazione estremamente composta come questa”.
“Il colossale potere conferito alla magistratura dev'essere temperato non solo dalle leggi, ma anche dall'umiltà e il buon senso. Umiltà e buon senso non si insegnano all'università, non si scrivono nelle leggi, si imparano con una profonda riflessione e con la cultura generale”.
Sono state solo le ultime file ad abbandonare la sala, rimasta comunque piuttosto affollata. Le parole di Nordio sono state dunque salutate con un fragoroso applauso e le grida “Bravo! Bravo!”.
Cosa prevede la riforma
Qualora diventasse legge, la riforma suddividerebbe i magistrati in due categorie: requirenti e giudicanti. Di conseguenza, verrebbero istituiti due Consigli superiori della magistratura separati. Verrebbe inoltre introdotta l’Alta corte disciplinare, che si occuperebbe della giurisdizione disciplinare nei confronti dei magistrati ordinari. Essendo una riforma costituzionale, l’iter di approvazione è piuttosto lungo e tortuoso: serviranno diversi via libera da parte di entrambe le camere e molto probabilmente anche il parere positivo dei cittadini in un referendum.