Domenica 30 Marzo 2025
ANTONELLA COPPARI
Politica

"Niente militari in Ucraina"

Vertice di Meloni con i vicepremier "Ora dobbiamo restare uniti" .

Vertice di Meloni con i vicepremier "Ora dobbiamo restare uniti" .

Vertice di Meloni con i vicepremier "Ora dobbiamo restare uniti" .

Stamani a Parigi la partita di Giorgia Meloni potrebbe rivelarsi più difficile del previsto. Anche per questo, alla vigilia ha convocato a Palazzo Chigi i vicepremier (Antonio Tajani in videocollegamento da Trieste) e il ministro della Difesa, Guido Crosetto. Per esortarli a stemperare le liti, non facciamo regali all’opposizione, ma soprattutto per affrontare i leader di oltre trenta Paesi che convergeranno all’Eliseo assieme al segretario generale della Nato, Mark Rutte, forte di un mandato pieno del governo e senza dover temere sgambetti dagli alleati.

L’accordo stavolta è totale: "L’Italia non invierà truppe in Ucraina se non, eventualmente, in una missione Onu", afferma il ministro degli Esteri al termine del summit. Lo conferma poco dopo il comunicato ufficiale: "Non è prevista alcuna partecipazione nazionale a una eventuale forza militare sul terreno". Il momento è complicato – il ragionamento della premier – non possiamo mostrare crepe, soprattutto sulle questioni internazionali. Ne sono consapevoli sia Tajani che Salvini: dopo le tensioni dei giorni scorsi, abbassano i decibel. "I quaquaraquà? Sono quelli che parlano senza conoscere le cose", ripete il primo. Gli fa eco alla fine della riunione il capo della Lega: "Il vertice è andato benissimo".

L’Italia arriva all’appuntamento parigino con un po’ di ottimismo e un po’ di timori. Una certa fiducia si deve al fatto che Gran Bretagna e Francia sembrano mostrare interesse per un’operazione che coinvolga l’Onu. I timori dipendono invece dall’enfasi che Emmanuel Macron ha dato al vertice con tanto di conferenza stampa annunciata, che potrebbe preludere a qualche sorpresa magari solo simbolica, ma pur sempre significativa. Nel comunicato di Palazzo Chigi non a caso è sottolineata con il pennarello fluorescente la necessità di procedere in pieno accordo con la Casa Bianca: "Nel corso della riunione è stato riaffermato l’impegno alla costruzione, insieme ai partner europei e occidentali e con gli Stati uniti di garanzie di sicurezza solide ed efficaci per l’Ucraina che trovino fondamento nel contesto euro-atlantico". Insomma, per dirla con un alto esponente del governo: "Senza Usa non si va da nessuna parte". Ecco: come reagire all’offensiva di Trump. È questa la vera partita che si gioca in Europa. C’è chi punta su un fronteggiamento più muscolare e chi, come l’Italia, vuole evitare qualsiasi cosa somigli a un rottura. Sull’Ucraina, ma anche sui dazi.

Questa forse è la voce che preoccupa di più la premier e l’ha detto chiaramente nel vertice: l’impatto sulle categorie che formano la tradizionale base elettorale del centrodestra sarebbe devastante. Dunque una guerra dei dazi va evitata a tutti i costi. "L’agricoltura si tutela con la diplomazia", scandisce in serata, prima di partire per Parigi, visitando gli stand di Agricoltura È. Ma anche su questo fronte in Europa esistono due tendenze: quella di cui Giorgia è portabandiera e quella che mira a rispondere all’attacco con la rappresaglia: dazi e controdazi, in una spirale che terrorizza Chigi.

L’Italia infine conferma la sua proposta: l’estensione dell’articolo 5 del trattato Nato all’Ucraina. Così, chi attacca Kiev attaccherebbe anche i paesi dell’Alleanza atlantica, che sarebbero costretti a difenderla. Pure in questo caso, come ha specificato in Parlamento Meloni la scorsa settimana, l’uso della forza resterebbe l’estrema opzione. Peraltro, la missione Onu nella visione italiana dovrebbe limitarsi a sostenere e supportare l’Ucraina, evitando di farsi coinvolgere direttamente in azioni di guerra. Il contrario di quello che chiede Kiev: "Non abbiamo bisogno di peacekeeper ma di soldati europei pronti a combattere".