"Siamo qui per dare forma concreta a un sogno". Proprio nel giorno in cui nel 2023 ritrovarono il corpo di sua figlia: "A distanza di un anno da una tragedia nasce qualcosa". Il discorso con cui Gino Cecchettin, padre di Giulia, vittima di femminicidio al termine di un rapimento da parte del suo ex fidanzato, saluta la nascita della Fondazione che porta il nome di sua figlia, è emozionato ed emozionante. Ma nella Sala della Regina di Palazzo Montecitorio, in cui la giornalista Gaia Tortora conduce la presentazione alla quale intervengono i ministri Giuseppe Valditara ed Eugenia Roccella, alla fine scoppia anche una polemica politica sulle parole in video collegamento del titolare dell’Istruzione e del Merito.
LA FONDAZIONE
La fondazione nasce "non soltanto per un omaggio" alla figlia, ma anche per "un richiamo collettivo che ci invita a guardare oltre noi stessi", e per dare "un aiuto concreto a chi vive nella paura", dice Cecchettin, che oggi vede nel "coraggio armato di speranza e di amore" per Giulia "il solo rimedio possibile al dolore", per non lasciarsi travolgere "dall’odio che mi avrebbe annichilito come persona". Per questo adesso ha "uno scopo che ha trovato radici nel ricordo di Giulia e che prende forma nella Fondazione". E conclude: "Insieme possiamo trasformare la tragedia in speranza, l’indifferenza in azione e la paura in un nuovo inizio".
LA POLEMICA
SUL PATRIARCATO
Ma durante la giornata c’è anche spazio per una polemica. A innescarla è il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che prima se la prende con "la visione ideologica" che per combattere la violenza sulle donne "vuole risolvere la questione femminile lottando contro il patriarcato. Il patriarcato è finito nel 1975 con la riforma del diritto di famiglia". E poi dice che "l’incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di devianza in qualche modo discendenti dall’immigrazione illegale". Parole che provocano la reazione molto misurata di Cecchettin: "Diciamo che ci sono dei valori condivisi, altri sui quali dovremmo confrontarci". Più dura sua figlia Elena: "Oltre al depliant proposto, Valditara cos’ha fatto in quest’anno il governo? Perché devono essere sempre le famiglie delle vittime a raccogliere le forze e a creare qualcosa di buono? Se invece di fare propaganda alla presentazione della fondazione che porta il nome di una ragazza uccisa da un ragazzo bianco, italiano e ‘per benè, si ascoltasse, non continuerebbero a morire centinaia di donne nel nostro Paese ogni anno".
"UN INTERVENTO
AGGHIACCIANTE"
"Un intervento imbarazzante. In perfetto mansplaining il ministro si è permesso di dare una lezioncina ignorando totalmente la complessità del fenomeno della violenza maschile e negandone la matrice patriarcale", dice Laura Boldrini (Pd), presente alla presentazione. "Si vergogni del suo spudorato razzismo", gli risponde il segretario di Più Europa Riccardo Magi. Non c’è alcuna correlazione tra femminicidi e immigrazione, come provano i dati statistici e la poderosa documentazione prodotta e pubblicata dalla Commissione Bicamerale d’inchiesta sul femminicidio", sostiene la capogruppo di Avs alla Camera Luana Zanella. Quelle di Valditara sono "parole agghiaccianti, indegne di un ministro dell’Istruzione" per il presidente dei senatori Pd Francesco Boccia.