Rubando la definizione che Churchill dette della Russia, il Movimento 5 Stelle è un rebus avvolto in un mistero che sta all’interno di un enigma.
Si fa un gran rumore intorno all’affermazione di Conte ("non siamo un movimento di sinistra"), quando dichiaratamente non lo è mai stato. Il grillismo è stato sempre ondeggiante e nel momento della massima fortuna ha acchiappato voti dappertutto.
È a sinistra nell’antimilitarismo, a destra sull’immigrazione, ondeggiante sui diritti. C’è dentro tutto e il suo contrario, anche se gli ultimi sondaggi accreditano a sinistra oltre il sessanta per cento dei militanti.
Questa posizione (compresi gli attacchi vecchio stile a giornali e conduttori televisivi, pure frequentati abitualmente) si è accentuata in questi giorni in cui Conte deve convincere a votare oltre la metà degli iscritti per non vedersi annullare i risultati dell’ultima assemblea.
Dopo un lungo peregrinare al Parlamento di Strasburgo, respinti (ma è solo una voce) dai liberali come nella legislatura precedente lo erano stati da altri partiti, i Cinquestelle si sono accasati in The Left, che significa sinistra. Una delle massime rappresentanti della sinistra estrema europea – anche se non aderisce a The Left – è una signora tedesca assai ambigua. Sahra Wagenknecht è uscita dalla Linke, il partito germanico di estrema sinistra, per fondare all’inizio di quest’anno il Bsw, che ha richiamato elettori delle due estreme, tanto è vero che in Turingia, patria di Sahra, il Bsw ha battuto lo stesso terreno di AfD, il partito tedesco di estrema destra.
Che cosa hanno in comune Conte e Wagenknecht? Per esempio, una posizione sull’Ucraina che fa piacere a Putin. Conte (come Salvini) non accetta di essere considerato filorusso, ma non c’è dubbio anche che alcune posizioni politiche sono quelle che il Cremlino ama vedere rappresentate in Italia. E sono posizioni allo stato opposte a quelle del Partito democratico.
Anche con sofferenza crescente da parte di Elly Schlein, il Pd sposa tuttora la linea dei socialdemocratici tedeschi favorevoli a rifornire di armi Zelensky fino a quando sarà necessario.
Ha fatto rumore la visita a sorpresa dell’altro giorno del Cancelliere Scholz al presidente ucraino: onestamente, non ci aspetteremmo un gesto del genere da Schlein.
E qui veniamo all’altro punto. Come ha detto ripetutamente anche a me, Conte oggi non è pronto a fare un’alleanza politica con il Pd. E si può capirlo. Ragionevolmente, alle elezioni mancano quasi tre anni. Perché il presidente del M5s dovrebbe esporsi fin d’ora, quando gli elementi distintivi, a cominciare dalla politica estera, sono ancora molto visibili?
Grillo non apprezzerebbe affatto una mossa del genere e poiché Conte deve convincere anche gli amici del comico ad andare a votare, sarebbe sciocco aspettarsi una posizione che spacchi il Movimento.
Non sappiamo come andrà il voto di domani. Grillo sostiene di essere titolare del simbolo, Giuseppe dice che appartiene invece alla ‘comunità’ di cui ha acquisito il controllo. L’unica cosa certa è che si sarà una causa.
Conte è un fine giurista e punta sull’arcinota tirchieria di Grillo per escludere una lunga e costosa diatriba. Escludiamo che Grillo tiri fuori un euro per gli avvocati. Ma se trovasse uno sponsor…