Lunedì 23 Dicembre 2024
ANTONELLA COPPARI
Politica

Missione nel Mar Rosso. Via libera bipartisan, ok anche dai 5 Stelle: "Solo compiti difensivi"

Il ministro Tajani assicura: nessuna ambiguità, saremo lì per tutelare le rotte commerciali. E alla fine il M5s spiazza il Pd e vota la risoluzione di maggioranza. Solo Avs è contraria.

Missione nel Mar Rosso. Via libera bipartisan, ok anche dai 5 Stelle: "Solo compiti difensivi"

Una paroletta in meno. E i Cinquestelle votano fianco a fianco con l’intero Parlamento, salvo l’Alleanza Verdi e Sinistra. Soprattutto, evitano l’ennesima spaccatura sulla politica estera con il Pd, più imbarazzante del solito, perché a ridosso del voto in Abruzzo. Le larghissime intese sulla missione Aspides si materializzano a metà mattinata, quando il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, toglie l’avverbio ’eminentemente’ che precedeva l’aggettivo ’difensivi’ nel testo di maggioranza sugli obiettivi dell’operazione. "Nessuna ambiguità – chiarisce tanto alla Camera quanto al Senato –: la missione europea a guida italiana serve a proteggere le navi commerciali che passano per il Mar Rosso dirette al Canale di Suez". Non si ferma qui: dà il parere favorevole ai documenti di tutti i gruppi di opposizione. Con due eccezioni: il no ad Avs. E a uno dei paragrafi della risoluzione del Pd, in cui si chiedeva di ripristinare i fondi per le Ong italiane che operano in Palestina e in Israele, così come i contributi all’Unrwa: sì perché in ballo c’erano anche la missione Levante, sugli aiuti umanitari nella striscia di Gaza, e quella civile in Ucraina. Eppure, né queste decisioni né qualche momento di tensione con i democratici che accusano il titolare della Farnesina di non coinvolgere a sufficienza il Parlamento ("sono venuto 11 volte a parlare di questi temi!", la replica) scalfiscono il clima di condivisione.

È in questo quadro che Conte si rimangia la linea dell’astensione sulla missione Aspides: "Abbiamo fatto valere i nostri principi", dice alla fine. Per arrivare a dama, c’è voluta una triangolazione tra governo e capigruppo di maggioranza e di opposizione che ha portato alla modifica richiesta. In concreto, quella paroletta in meno, come chiarisce Tajani, significa due cose precise: la prima – scontata – che si escludono operazioni di attacco via terra. Risposte agli attacchi Houthi per mare e cielo, certo, ma niente ’boots on the ground’. "Difensiva non significa semplice accompagnamento – precisa il ministro – significa possibilità di reagire in maniera militare, così come è successo in occasione dell’attacco del drone al cacciatorpediniere Caio Duilio".

Molto più insidiosa la seconda voce: il titolare della Farnesina garantisce che non ci saranno azioni di difesa preventiva. "I compiti esecutivi sono di autodifesa estesa, cioè di neutralizzazione di attacchi che abbiano come bersaglio diretto navi mercantili scortate, e di contrasto a eventuali tentativi di sequestro delle imbarcazioni".

A questo punto, Conte sceglie di smarcarsi da Avs, spaccando il fronte pacifista fin qui compatto. "La missione Aspides contiene molti elementi di ambiguità, di forte preoccupazione e rischia sul campo, in un contesto di guerra, di cambiare natura", sottolinea il capogruppo Avs in Senato, Peppe De Cristofaro. Cavalcando, peraltro, argomenti non dissimili da quelli sempre adottati dal Movimento. Dopo aver chiarito qualche giorno fa che non ci può essere vera alleanza senza una visione comune sulla pace, il leader dei pentastellati fa un passo verso Elly Schlein. Che sottolinea: "Aspides è una missione difensiva, chiediamo un maggiore sforzo diplomatico per il cessate il fuoco in Medio Oriente". Certo: è un po’ la strategia di Conte, tenere la segretaria democratica sempre sulla corda. Ma è anche un segnale è destinato ad andare oltre la prova abruzzese.

Tant’è: soddisfattissimo alla fine Antonio Tajani anche perché sono passate con il voto praticamente di tutti pure la missione civile in Ucraina e quella sugli aiuti umanitari a Gaza. "Vuol dire che abbiamo lavorato bene – dichiara – in politica estera c’è un consenso praticamente di tutto il Parlamento e questo permette all’Italia di poter giocare un ruolo da protagonista per garantire il traffico marittimo nell’area del Mar Rosso". Capita di rado, anzi di radissimo a Montecitorio e Palazzo Madama che si arrivi a un voto unitario o semi-unitario. Tajani lo considera un suo successo personale e un po’ ha ragione.