Venerdì 22 Novembre 2024
GIULIA PROSPERETTI
Politica

Il ministro Valditara: "No alle classi ghetto. In arrivo più risorse e corsi per i docenti"

Il titolare dell’Istruzione: l’obiettivo è ridurre la dispersione scolastica. "Chi non conosce la nostra lingua dovrà seguire lezioni di potenziamento"

Roma, 30 marzo 2024 – Classi a maggioranza di italiani e studio potenziato della nostra lingua per favorire l’integrazione degli studenti stranieri. "È questa – spiega il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara – la strada per evitare la formazione di ghetti etnici che allontanano l’integrazione e favoriscono la dispersione scolastica". E, all’indomani del tweet delle polemiche – sulla scia del tetto massimo del 20% di bambini stranieri in ogni classe proposto da Salvini – rilancia: "È alla sinistra che stanno bene le classi ghetto, non a noi".

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Giuseppe Valditara, 63 anni, ministro dell’Istruzione e del Merito
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Come risponde alle critiche?

"È grave che ci siano forze politiche disinteressate a questo problema, impegnate piuttosto a fare propaganda strumentale, demagogica e mistificante. È scandaloso che alla sinistra non interessi il fatto che l’Istat certifichi una dispersione scolastica per gli stranieri pari al 30,1% e per gli italiani pari al 9,8%. Scandaloso che alla sinistra non interessi che uno straniero abbia una percentuale di insuccesso scolastico superiore del 22% a quella di uno studente italiano e che nelle scuole delle periferie delle grandi città del Nord, ad alta percentuale di stranieri, il rendimento scolastico, soprattutto in italiano e matematica, sia di molto inferiore a quello della media della Regione. La stessa scuola di Pioltello, che pure va meglio di altre, testimonia una penalizzazione notevole rispetto alla media lombarda".

Attualmente esiste già un tetto al numero di studenti stranieri. Il 30% non è sufficiente?

"C’è una circolare ministeriale del 2010 che già prevede il tetto del 30% al numero di alunni stranieri per classe. Ma il problema è che questo tetto è stato poco applicato".

Schlein ha detto che volete «sbattere fuori dalle classi i bambini nati da genitori stranieri». È così?

"Una sciocchezza colossale. Occorre una più equilibrata distribuzione degli studenti stranieri fra le varie classi, una maggiore comunicazione fra scuole, un coordinamento degli uffici scolastici regionali e una intesa con i comuni per l’organizzazione di scuola bus".

Sul fronte del ‘potenziamento’, c’è chi parla di ghetti rievocando le classi differenziali.

"Propaganda demagogica. Tutti i bambini verranno iscritti alla medesima classe. Chi avrà bisogno di rafforzare lo studio dell’italiano, perché completamente a digiuno della nostra lingua, seguirà corsi di potenziamento in apposite classi ovvero, a discrezione della scuola, con lezioni pomeridiane di approfondimento. A differenza di oggi il potenziamento extracurricolare sarà obbligatorio. Per raggiungere tale fine stiamo programmando una formazione apposita per gli insegnanti e un investimento specifico di risorse. La nostra sfida è quella di realizzare una vera integrazione che passi anche attraverso l’assimilazione dei valori costituzionali, dei principi fondamentali della nazione italiana, perché gli stranieri possano sentirsi veramente italiani e come tutti gli italiani abbiano le stesse opportunità di successo formativo".

Da sinistra è stata attaccata anche la riforma dell’istruzione tecnica e professionale. È stato detto che "vuole trasformare la scuola in una società interinale che fornisce manodopera a basso costo”. Come risponde?

"La sinistra ancora una volta ha perso il contatto con la realtà. Ogni anno non vengono coperti centinaia di migliaia di posti lavoro per mancanza di qualifiche corrispondenti. Questo significa che l’attuale sistema di istruzione tecnico professionale non riesce ad offrire ai nostri giovani straordinarie opportunità occupazionali. Dobbiamo modernizzarlo prendendo spunto dalle migliori esperienze europee. Noi prevediamo più qualità nei programmi, più internazionalizzazione, un maggiore collegamento con l’impresa e con il mondo del lavoro, la possibilità di terminare un anno prima gli studi, un potenziamento di italiano, matematica e inglese, le materie dove oggi gli studenti degli istituti tecnico professionali hanno rendimenti inferiori a quelli di altre scuole. Noi ci prendiamo cura dei problemi veri, la sinistra insegue fantasmi ideologici".