Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE POLITICA

Ministero della Cultura, carabinieri acquisiscono documenti per il caso. Boccia-Sangiuliano

Il nuovo ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha nominato Francesco Spano come capo di gabinetto, suscitando polemiche. La revoca dell'incarico a Francesco Gilioli e l'indagine sui legami con Gennaro Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia aggiungono tensione. Pro Vita & Famiglia critica duramente la scelta definendola un'indegnità politica.

Ministero della Cultura, carabinieri acquisiscono documenti per il caso. Boccia-Sangiuliano

Il nuovo ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha nominato Francesco Spano come capo di gabinetto, suscitando polemiche. La revoca dell'incarico a Francesco Gilioli e l'indagine sui legami con Gennaro Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia aggiungono tensione. Pro Vita & Famiglia critica duramente la scelta definendola un'indegnità politica.

Sempre “caldo“ il fronte del ministero della Cultura. Ieri il neoministro Alessandro Giuli (nella foto) ha ufficializzato, in mezzo alle polemiche scatenate dall’Associazioni Pro Vita, la nomina dell’avvocato Francesco Spano nel ruolo di capo di gabinetto. La nomina di Spano – comunicata dal ministero della Cultura in una nota – fa seguito alla revoca a Francesco Gilioli, da parte di

Giuli, dell’incarico di capo di gabinetto, avvenuta venerdì scorso, 11 ottobre, per essere "venuto a mancare il rapporto fiduciario".

E non è finita: sempre ieri i carabinieri del nucleo Investigativo di Roma sono andati al ministero della Cultura per acquisire documentazione relativa alla vicenda che coinvolge l’ex ministro Gennaro Sangiuliano e l’imprenditrice Maria Rosaria Boccia. Gli inquirenti sono stati ricevuti dal neoministro Giuli che ha assicurato "massima collaborazione" per la consegna degli atti richiesti. Pro vita & Famiglia ribadisce la sua contrarietà con un comunicato di fuoco firmato dal portavoce Jacopo Coghe: "La promozione di Francesco Spano a capo di gabinetto del ministro della Cultura Giuli è un’indecenza politica che tradisce il patto di coerenza tra la maggioranza di governo e gli elettori, che non hanno votato Fratelli d’Italia per veder tornare in un ruolo chiave un funzionario di area Pd travolto dallo scandalo dei finanziamenti alle associazioni Lgbt quando era direttore dell’Unar".