"Ghe sem", annuncia in milanese il governatore lombardo Attilio Fontana. "Ghe semo", conferma il presidente della Regione Veneto Luca Zaia nel suo dialetto. A un anno dalle Olimpiadi Milano-Cortina – la cerimonia inaugurale è in programma allo stadio di San Siro il 6 febbraio 2026, quella di chiusura all’Arena di Verona il successivo 22 febbraio – è tempo di far scattare il conto alla rovescia. Il ‘Countdown Clock’ è già stato piazzato a fianco del Duomo. Intanto in mattinata le autorità politiche e sportive italiane fanno il punto della situazione al Teatro Strehler con il presidente del Comitato olimpico internazionale (Cio) Thomas Bach, il quale, in italiano, dice: "Scriviamo insieme un nuovo capitolo". Olimpico, naturalmente.
Il governo Meloni ringrazia e rilancia, dopo il vertice con Bach mercoledì a Palazzo Chigi. Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, dal palco, ringrazia Bach "per aver creduto nell’Italia. Penso sia la vittoria e il trionfo dell’Italia dei sì". Il leader della Lega si toglie qualche sassolino dalle scarpe: "Noi oggi (ieri, ndr) celebriamo quello che c’è. Dietro alle quinte ricordiamo ricorsi, controricorsi, comitati che si abbracciavano agli alberi perché non erano Giochi sostenibili". Il riferimento più diretto è alla pista per bob, skeleton e slittino a Cortina, la cui realizzazione sembrava un’impresa impossibile (il Piano B è il trasloco delle gare a Lake Placid, negli Stati Uniti). Il cantiere, invece, sembra viaggiare nei tempi utili per i Giochi del prossimo anno. Salvini, pur senza citarli, affonda il colpo anche contro i pentastellati, che dissero "no" al coinvolgimento di Torino e del Piemonte all’evento a Cinque Cerchi: "Mi dispiace non ci sia l’intero arco alpino, dal Veneto al Piemonte. Qualcuno anni fa, per motivi ideologici, si tirò indietro".
In ogni caso, non è il giorno delle polemiche. Allo Strehler ci sono sei rappresentanti per ognuno dei 140 Comitati olimpici coinvolti nei Giochi. L’Italia sfoggia testimonial del calibro di Deborah Compagnoni e Federica Pellegrini, medaglie d’oro olimpiche. Il sindaco di Milano Giuseppe Sala usa termini sportivi: "La squadra è forte e coesa, e gli italiani, come dimostrano recenti sondaggi, vogliono le Olimpiadi". Fontana, intanto, parla di "Giochi sostenibili e senza sprechi", mentre Zaia ricorda che "Lombardia e Veneto, insieme, hanno conquistato anche i Giochi olimpici giovanili del 2028".
Tutto a posto, dunque? Non proprio. Non bisogna mollare la presa sui cantieri ancora aperti, perché ogni ritardo potrebbe essere fatale. A Milano, ad esempio, i lavori proseguono senza sosta per la realizzazione dell’Arena a Santa Giulia per l’hockey su ghiaccio maschile (consegna dell’opera a dicembre), mentre il Villaggio olimpico allo Scalo Romana è quasi pronto, mancano solo le rifiniture interne alle stanze che nel febbraio 2026 ospiteranno gli atleti e già dal dicembre successivo saranno riconvertite ad alloggi per studenti.
Per entrambe le strutture resta il nodo degli extracosti per il rincaro di materie prime ed energia. Il costo dell’Arena realizzata da Eventim è salito da 180 a 240 milioni di euro, quello del Villaggio olimpico costruito da Coima da 100 a 140 milioni. Le due imprese private chiedono al Governo di coprire almeno una parte dei 100 milioni di euro di extracosti. Il ministro dello Sport Abodi assicura che "è allo studio una soluzione tecnica". Il governo è pronto a tirar fuori i soldi, anzi i ‘danè’, per restare sul dialetto da cui siamo partiti. Nel primo giorno di vendita dei biglietti, intanto, ne sono stati staccati 65mila in sette ore. Non male.