Roma, 7 luglio 2019 - A circa 40 giorni dalle elezioni europee, i dati delle intenzioni di voto continuano a registrare oscillazioni significative. Nei 90 giorni successivi alle urne si potenziano i trend già in atto: se un partito ha guadagnato consenso, l’incremento aumenta ancora di più nei mesi successivi, così al contrario per le liste sconfitte si registra una diminuzione delle percentuali. Anche nel day after delle elezioni europee si ripropone lo stesso trend, cioè quei partiti che sono usciti rafforzati nell’urna oggi vedono il consenso in vertiginosa crescita a danno di quelle liste che invece alle consultazioni europee si sono depotenziate. Nell’ordine, i ‘magnifici 3’ che attualmente risultano maggiormente premiati dalle intenzioni di voto sono la Lega, FdI e Pd, anche se con dimensioni diverse tra loro. Il partito di Salvini nei primi giorni del mese di luglio, in concomitanza con la vicenda dalla nave Sea Watch, ha raggiunto il massimo del 38%, aumentando di quasi 4 punti rispetto al risultato delle europee. È bene chiarire, però, che questo incremento si è spalmato nel corso degli ultimi 40 giorni e non si è verificato esclusivamente in seguito allo scontro tra Salvini e la comandante Carola. Anche se proprio durante questa vicenda il consenso alla Lega è aumentato di circa 1 punto in una settimana. In termini di flussi di voto questo incremento del 4% in 40 giorni è stato generato principalmente da due fattori: il continuo calo di Forza Italia e l’appeal esercitato nei confronti di una quota di elettori che si astennero lo scorso 26 maggio. Ovviamente è impossibile prevedere, con lo strumento sondaggistico, se l’entità di tale consenso nei prossimi mesi è destinato ad aumentare o a diminuire, ma è innegabile che seppure la Lega voli su alte quote, fino all’anno scorso impensabili, è ancora su valori rischiosi per poter raggiungere l’obiettivo di Salvini, quello di avere la maggioranza assoluta nei due rami del Parlamento, superando abbondantemente la soglia del 40%.
Forse è proprio la valutazione di questo rischio l’elemento che ha influito nel raffreddare la possibilità che il leader leghista possa generare una crisi di governo per andare al voto anticipato a fine settembre. In questo caso la finestra prevede un’eventuale rottura entro il 20 luglio, ma a ragionare con il contesto attuale questo scenario sembra poco probabile. Salvini per giocare d’azzardo deve sentirsi con le spalle coperte di poter conquistare almeno un punto in più del 40%. Per questo ha bisogno di altro tempo e al contempo la crisi del M5S sta diventando un terreno fertile per far aumentare i consensi alla Lega. Un altro partito che dalle urne europee è uscito vincente è Fratelli d’Italia. Anche la Meloni ha realizzato negli ultimi 40 giorni un miracolo: sorpassare Berlusconi. Infatti a fronte delle varie difficoltà di trovare una quadra all’interno degli azzurri, il che sta producendo un decremento dei consensi tanto che oggi Forza Italia è quotata al 6,5%, FdI ha raggiunto l’8%. Anche in questo caso il sorpasso si è verificato un po’ alla volta e non è solo da ascrivere agli ultimi eventi come la possibile scissione di Toti.
Appena dopo dieci giorni dal voto Ue i due partiti erano appaiati, poi con il passare del tempo si è consolidato sempre di più il voto a favore di FdI. Tra i ‘magnifici 3’ che hanno incrementato le preferenze rispetto alle europee c’è anche il Pd, anche se il trend negli ultimi giorni è stato un po’ altalenante. Nelle scorse settimane ha raggiunto il massimo (riferito all’era Zingaretti) del 25% ma poi negli ultimi giorni è ritornato sul 24%, comunque +1,3% rispetto alle Europee. Infine il M5S: non si registrano segni di ripresa e continua a essere stabile sul 17%.
* Data di realizzazione del sondaggio: 5/7/2019. Committente: Quotidiano Nazionale. Fornitore: Noto Sondaggi. Campione Panel Omnibus rapresentativo degli elettori italiani. Tecnica di somministrazione delle interviste: Cawi e Tempo reale. Consistenza numerica del campione: mille. Rispondenti: 90%