Roma, 3 ottobre 2019 - Migranti, si cambia. E il governo giallo rosso punta sui rimpatri. Domattina il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, dalla Farnesina, presenteranno un decreto con le più volte annunciate "novità" sul dossier-migranti. In sostanza si tratterebbe di una stretta sui rimpatri, allargando e certificando nuovamente la lista dei Paesi sicuri e accelerando le procedure sul territorio italiano. Essendo un decreto ministeriale, non passerà dal via libera del Consiglio dei ministri.
Qualche anticipazione? Il ministro degli Esteri e capo dei 5 stelle la fa a 'Dritto e rovescio' su Rete4. E parla soprattutto di tempi: "Chi non può stare in Italia, non possiamo aspettare due anni per rimpatriarlo, domattina firmo un decreto in cui si dice che in 4 mesi, non più in due anni, si può capire se una persona può stare qui o se deve essere rimpatriata". Del resto, aggiunge con una zampatina al suo predecessore, "sui rimpatri siamo fermi all'anno zero, domattina iniziamo con la firma di un decreto e mandiamo un messaggio che è questo: Guardate che è inutile che venite, se non avete i requisiti per la domanda di asilo, perché in maniera democratica vi mandiamo indietro".
Poi assicura: il decreto che firmerà domani "è cosa che nasce dal concerto con il premier, con il ministro dell'Interno, è un lavoro di squadra, non voglio assolutamente improvvisare e questo (decreto ministeriale sui migranti, ndr) fa parte del programma di governo".
Ma cosa cambierà, nello specifico? "Cambia che abbiamo un esito certo e veloce su queste procedure - spiega il leader del M5s - Prima si perdeva tempo e poi la comunità internazionale ci diceva 'non potete avviare meccanismi di rimpatrio se prima non è finita la procedura che deve dire se una persona è perseguitata o no'. A volte questo meccanismo è durato 3 anni". Ancora: "La settimana prossima conto di andare in Paesi come la Tunisia dove intendo parlare con il governo e dire: Acceleriamo, non dobbiamo portarveli necessariamente con i charter dieci alla volta, ogni mese... così non finiremo mai più. Invece acceleriamo e facciamo accordo più veloci, in fondo la Tunisia è di fronte all'Italia".