Roma, 10 febbraio 2025 – Da strutture per ospitare i migranti caricati dai pattugliatori della Marina nelle acque internazionali del Mediterraneo, in attesa delle procedure di frontiera accelerate, i due centri albanesi di Shengjin e Gjader potrebbero diventare centri per gli irregolari già presenti in Italia e su cui pende un decreto di espulsione. L’ipotesi di trasformare i due centri albanesi in Cpr, cioè centri per i rimpatri, sarebbe all’esame del governo, secondo quanto scrivono diversi quotidiani.

Nuovo decreto in arrivo?
L’ipotesi, che potrebbe prendere corpo in un nuovo decreto, sarebbe in sostanza di un modo per tornare a rendere operative Shengjin e Gjader, le due strutture oltre Adriatico, rimaste vuote dopo le ripetute bocciature da parte dei giudici di primo grado e delle Corti d'appello dei trattenimenti dei migranti. Dell'ipotesi si sarebbe anche discusso in una riunione venerdì scorso tra la premier Giorgia Meloni il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, e il sottosegretario di Palazzo Chigi, Alfredo Mantovano. Una nuova riunione sarebbe prevista per oggi.
L’ipotesi del braccialetto elettronico
Sempre in tema di migranti il governo starebbe pensando al braccialetto elettronico per gli stranieri che arrivano nel nostro Paese e fanno richiesta di protezione internazionale. Una misura alternativa alla detenzione nelle strutture ad hoc, ma pensata anche per evitare che i richiedenti asilo spariscano nel nulla una volta arrivati in Italia. Secondo quanto scrive il Messaggero la novità è contenuta in un emendamento del governo alla legge di delegazione europea all'esame del Senato approntato dagli uffici legislativi del Viminale.
Ue: “Contatti regolari con l’Italia su accordo Albania”
In merito all’ipotesi di un nuovo decreto per la gestione dei migranti in Albania, il portavoce della Commissione europea per gli Affari interni, Markus Lammert, rispondendo a una domanda sulle possibili modifiche che il governo italiano potrebbe apportare all'accordo, ha sottolineato che "si tratta di discussioni a livello nazionale su come modificare il protocollo, e la Commissione non commenta le discussioni in corso a livello nazionale". Quindi ha aggiunto: "La Commissione è in contatto regolare con le autorità italiane e stiamo seguendo l'attuazione del protocollo" Italia-Albania.