Roma, 2 ottobre 2023 – Giorgia Meloni si dice "basita" per la sentenza del giudice di Catania che "rimette in libertà un immigrato illegale, già destinatario di un provvedimento di espulsione", ma assicura che il suo governo continuerà "a difendere i confini". La premier torna sulla decisione del tribunale etneo che ha sollevato dubbi nei confronti delle recenti misure sui migranti e richiedenti asilo prese dal suo esecutivo (il cosiddetto decreto Cutro, ndr). Poi attacca sia i Paesi europei che remano contro l’impegno di Roma per fermare questa "pressione migratoria senza precedenti" sia "un pezzo di Italia fa tutto il possibile per favorire l'immigrazione illegale".
Parole a cui però replica senza mezzi termini il Pd. "Giorgia Meloni la smetta di alimentare lo scontro istituzionale che danneggia il Paese. La smettano di cercare un nemico al giorno per nascondere le proprie responsabilità", scrive in una nota la segretaria dem Elly Schlein.
"Non voglio entrare nella polemica, né nel merito della vicenda", dice, dal canto suo, la giudice Iolanda Apostolico tirata in ballo dalla premier. "Il mio provvedimento è impugnabile con ricorso per Cassazione, non devo stare a difenderlo. Non rientra nei miei compiti. E poi non si deve trasformare una questione giuridica in una vicenda personale", spiega all'Ansa la giudice.
L’affondo della premier
"Sono rimasta basita di fronte alla sentenza del giudice di Catania, che con motivazioni incredibili ('le caratteristiche fisiche del migrante, che i cercatori d'oro in Tunisia considerano favorevoli allo svolgimento della loro attività') rimette in libertà un immigrato illegale, già destinatario di un provvedimento di espulsione, dichiarando unilateralmente la Tunisia Paese non sicuro (compito che non spetta alla magistratura) e scagliandosi contro i provvedimenti di un governo democraticamente eletto", scrive la presidente del Consiglio sui social. "Non è la prima volta che accade" ma "continueremo a difendere i confini", aggiunge in aperta polemica con la magistratura.
Ma la premier non si ferma qui e apre un fronte più ampio, che chiama in causa anche gli altri Paesi europei. "Siamo di fronte a una pressione migratoria senza precedenti, dovuta all'instabilità di vaste aree dell'Africa e del Medio Oriente – scrive ancora Meloni –. Il Governo italiano lavora ogni giorno per fronteggiare questa situazione e contrastare l'immigrazione illegale di massa. Lo facciamo con serietà a ogni livello: coinvolgendo gli altri Stati europei e stringendo accordi con i Paesi africani per fermare le partenze dei barconi e distruggere la rete dei trafficanti di esseri umani. E con norme di buon senso per facilitare le espulsioni di chi non ha diritto a essere accolto". Quindi l'affondo. "Un lavoro difficile, certo, ma che può portare a risultati concreti, con pazienza e determinazione. Certo, tutto diventa molto più difficile se nel frattempo altri Stati lavorano nella direzione diametralmente opposta, e se perfino un pezzo di Italia fa tutto il possibile per favorire l'immigrazione illegale – aggiunge Meloni –. E non parlo solo della sinistra ideologizzata e del circuito che ha i propri ricchi interessi nell'accoglienza".
Schlein: "La smetta di alimentare lo scontro istituzionale"
"Giorgia Meloni la smetta di alimentare lo scontro istituzionale che danneggia il Paese": replica però in una nota è la segretaria del Pd, Elly Schlein. "La smettano di cercare un nemico al giorno per nascondere le proprie responsabilità. Se cercano responsabili del disastro sull'accoglienza si guardino allo specchio: è la destra che scrive leggi palesemente incostituzionali e poi se la prende con i giudici che fanno il loro lavoro", afferma la leader dem. "È la destra – aggiunge – che ha messo la firma su tutte le leggi che hanno prodotto questo caos, come la Bossi-Fini che alimenta l'irregolarità, è sempre la destra che non ha mai contrastato il regolamento Dublino lasciando l'Italia più sola, per allearsi con Polonia e Ungheria che di solidarietà non ne vogliono sapere".
Viminale: "Impugneremo la sentenza di Catania"
Intanto sulla sentenza di Catania è intervenuto anche il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. "Ci sono le condizioni per impugnarla. Dalla lettura dell'atto siamo convinti che abbiamo ragioni da sostenere", ha detto il titolare del Viminale parlando al termine del Comitato per l'ordine e la sicurezza presieduto a Imperia. Piantedosi ha anche annunciato il rinforzo con circa 43 unità di forze di polizia a Ventimiglia, aggiungendo che uno dei nuovi Cpr annunciati dal governo verrà allestito "in Liguria" ma non a Ventimiglia.
Lega: "Interrogazione sul giudice di Catania"
"La Lega al Senato presenterà un'interrogazione al ministro della Giustizia per approfondire la vicenda del giudice che non ha convalidato il fermo di migranti nel centro richiedenti asilo di Pozzallo. Alla luce delle informazioni lette oggi sui giornali, che riferiscono di petizioni da parte del magistrato contro Salvini ministro dell'Interno e campagne pro Ong, non vorremmo sia stata fatta una scelta ideologica", fa sapere l’onorevole del Carroccio Erika Stefani. "Nella nostra Repubblica è lecito avere opinioni politiche e poterle esprimere, ma questo non può succedere in un tribunale, dove i giudici devono rispondere soltanto alla legge”, aggiunge.
Raccolta firme Csm
Aprire una pratica a tutela per la giudice di Catania Iolanda Apostolico. E' la richiesta che sta sottoscrivendo un gruppo di togati del Consiglio superiore della magistratura e che sarà formalizzata domani al comitato di presidenza. A firmare la richiesta una dozzina di togati. Promotore il gruppo di Area, a cui si sono uniti i consiglieri di Unicost.