Roma, 19 marzo 2019 - Nelle ultime ore, l'hashtag #chiudiamoiporti è tornato a moltiplicarsi su Twitter. Era già successo a giugno: l'aveva lanciato il ministro dell'Interno Matteo Salvini, per impedire alla nave Aquarius, con oltre 600 migranti a bordo, di sbarcare in Italia. Ad agosto, poi, scoppiò il caso Diciotti, la nave della Guardia costiera italiana bloccata per 5 giorni di fronte al porto di Catania con 177 migranti a bordo. Alla vigilia del voto di Palazzo Madama sulla richiesta della Giunta delle immunità di non concedere l'autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini, il tema è più che mai d'attualità, visto il caso della nave Mare Jonio della Ong Mediterranea Saving Humans, con a bordo 49 migranti, che ha fatto rotta verso Lampedusa.
COSA PREVEDE LA LEGGE - Ma il punto è: il Viminale può chiudere i porti? O meglio, può negare a una nave l'attracco a uno scalo italiano? Tecnicamente la decisione spetta al ministero dell'Infrastrutture e dei Trasporti, in mano a Danilo Toninelli (M5S). Queste competenze sono infatti disciplinate dal Codice della navigazione che stabilisce, all'articolo 83, che il ministero di Toninelli possa impedire "per motivi di ordine pubblico" il transito e la sosta di navi mercantili nel mare territoriale.
Vero è anche però che la Convenzione Onu sui diritti del mare (art.19) legittima il passaggio delle navi nelle acque di uno Stato "fintanto che non arreca pregiudizio alla pace, al buon ordine e alla sicurezza dello Stato costiero". Al punto g del comma 2 lo stesso articolo precisa che il passaggio è considerato "pregiudizievole per la pace, il buon ordine e la sicurezza dello Stato costiero se la nave è impegnata in carico e scarico di materiali di materiali, valuta o persone in violazione delle leggi e dei regolamenti doganali, fiscali, sanitari o di immigrazione vigenti" nel Paese. Ed è quest'ultimo punto quello pertinente nel nostro caso: sintetizzando, il diritto al passaggio cessa se viola le norme di immigrazione. E garante del rispetto delle norme in materia di sicurezza e immigrazione è, in Italia, il ministero dell'Interno guidato da Salvini.
LA SALVAGUARDIA DEI DIRITTI UMANI - In ogni caso, indipendentemente da chi abbia in mano il pallino, negare l'approdo a una nave in difficoltà è comunque una decisione da ponderare. Si può infatti andare incontro a una violazione dei diritti umani: la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, infatti, stabilisce che gli Stati non possano negare il proprio soccorso se gli occupanti di una imbarcazione versino in stato di bisogno (per esempio, l’assenza di cibo) o siano necessarie cure mediche urgenti. Per questo Salvini, già 'scottato' dal caso Diciotti, ha sottolineato come sulla nave Mare Jonio non ci sia "nessun pericolo di affondamento né rischio di vita per le persone a bordo (come documentato da foto) e nessun mare in tempesta".