Domenica 20 Ottobre 2024

Migranti in Albania, il governo lavora a un decreto. Salvini attacca i giudici in tv

La maggioranza contro le toghe, scontro con l’opposizione. Italia Viva annuncia che denuncerà la premier Meloni alla Corte dei conti per i costi

Roma, 20 ottobre 2024 – Riportati in Italia i 12 migranti il cui trasferimento in Albania è stato bocciato dal Tribunale di Roma, adesso il governo lavora a un decreto legge sui Paesi sicuri da varare lunedì in Consiglio dei ministri per risolvere il caso. E non si placa lo scontro con la magistratura e l'opposizione, contro le quali si è scagliato in serata il vicepremier Matteo Salvini, già alle prese con il processo Open Arms. "Se uno di loro domani commettesse un reato, uno stupro, paga il magistrato che lo ha riportato in Italia?", ha detto il ministro dei Trasporti al Tg1, chiamando la Lega alla mobilitazione contro 'le toghe politicizzate'. Italia Viva annuncia che denuncerà la premier Giorgia Meloni alla Corte dei Conti per i costi dei Cpr in Albania.

Matteo Salvini intervistato dal Tg1 (Ansa)
Matteo Salvini intervistato dal Tg1 (Ansa)

Nordio: “Le opposizioni facciano del loro peggio”

"Non ci saranno diktat sui Paesi sicuri. La materia è oggetto di approfondimento. Ma è certo che non spetta alla magistratura conferire questa patente", dice il ministro della Giustizia Carlo Nordio, intervistato da Repubblica. Il Guardasigilli replica al Pd, che ne ha chiesto le dimissioni per la sentenza definita "abnorme" del Tribunale di Roma sui migranti trasferiti in Albania e sui giudici che "esondano" dalle loro funzioni. "Hanno tutto il diritto di chiedere quello che credono. Loro facciano del loro peggio, che noi faremo del nostro meglio", dice Nordio.

"La sentenza della Corte Ue non è stata disapplicata da noi, ma male interpretata dai nostri giudici – prosegue –. La definizione di Paese sicuro non può spettare alla magistratura, ma è una valutazione politica pur nei parametri del diritto internazionale. E la sentenza della Corte dice proprio che è compito dello Stato". "Il governo non vuole imporre un bel niente, se non la regola della separazione dei poteri", conclude il ministro, "comunque sì, il giudice dev'essere solo la bocca della legge, altrimenti interferisce con il potere legislativo, espressione della volontà popolare, alla quale deve rispondere".