L’immagine è surreale. Sul molo di Shëngjin una schiera di fotografi, cameramen, attivisti locali contro il presidente Edi Rama, funzionari e poliziotti. In arrivo dal mare gli appena 16 migranti (10 bengalesi e 6 egiziani) prescelti per inaugurare la contestata stagione dei centri migratori italiani in Albania. Ma appena scesi a terra, due dei naufraghi si dichiarano minori e altri due (forse anch’essi minori?) riferiscono problemi di salute. Tutti e quattro debbono così essere riportati a bordo del pattugliatore Libra per la consegna a un centro migranti nazionale. Uno scivolone che anticipa le mille insidie della scommessa di Giorgia Meloni sull’hotspot portuale di Shëngjin e sul Centro trattenimenti e respingimenti di Gjadër. Il primo caso nella Ue di gestione dei flussi al di fuori dei confini nazionali conferma una totale distanza di valutazioni. Quella che, riassumendo l’idea di mondo cattolico, giuristi specializzati e opposizione parlamentare, è solo una "vergognosa deportazione", secondo il governo rappresenta un "esempio" sul campo da proporre al resto d’Europa per modificare le politiche di contrasto all’immigrazione illegale e battezzare un ipotetico filone dissuasivo rispetto ai flussi.
Quanto costano i centri italiani in Albania? Lo stanziamento è di "134 milioni di euro l’anno nell’arco di cinque anni", spiega alla Camera il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, quindi almeno 670 milioni di euro: "Un investimento che, sul lungo periodo, dovrà consentire di abbattere le spese della gestione di prima accoglienza straordinaria, che sono oggi pari a circa un 1 miliardo e 700 milioni all’anno". Al contrario, secondo stime dell’opposizione, le spese sono destinate a lievitare almeno a 8-900 milioni, per via dei maggiori costi di personale, rimpatri, imprevisti. E l’avvio dell’operazione consegna validi argomenti.
"Poveri cristi nella nuova colonia detentiva italiana – denuncia Riccardo Magi (+Europa) –. Ecco l’immagine grottesca: una messa in scena elettorale per rinchiudere dei naufraghi in un carcere italiano fuori dall’Europa". "Scelta disumana, irrazionale e irragionevole. Quanto costa per ogni migrante la trasferta sulla Libra, un’intera nave militare lunga 81 metri, con oltre 70 militari di equipaggio, per garantire il teatrino?", chiede al governo Nicola Fratoianni (Alleanza Verdi Sinistra). "Il costo di questo trasporto è circa 290mila euro, 18mila euro a migrante. Uno sperpero di denaro pubblico", fa i conti Alfonso Colucci (Movimento 5 Stelle). Elly Schlein, segretaria del Pd, attacca direttamente la presidente del Consiglio: "La sua propaganda si sbriciolerà anche sull’immigrazione: 800 milioni buttati". E parla di "affidamenti senza trasparenza" nella costruzione dei centri, con riferimento ai subappalti. "La disumanità non può diventare legge", fissa il punto Don Luigi Ciotti. E il cardinale Matteo Zuppi mette in guardia dall’"eccessiva politicizzazione del fenomeno migratorio fondata sulla ricerca del consenso e sulle paure".
Ma a Bruxelles Meloni tesse con insistenza la sua tela per orientare un cambio di paradigma migratorio. Ringrazia la commissaria Ursula von der Leyen per le aperture. "Sono soddisfatta", dichiara. Quella in Albania "è una strada nuova, coraggiosa, inedita, che rispecchia lo spirito europeo e ha tutte le carte in regola per essere percorsa con altri Paesi extra-Ue". Stamattina, a margine del summit Ue, l’inedito terzetto Italia-Olanda-Danimarca guiderà il fronte conservatore per aggregare nuovi consensi. "Una riunione che pare sarà molto partecipata – sostiene la presidente del Consiglio –. Evidentemente c’è voglia di soluzioni pragmatiche e di risultati".